Cronaca / Lecco città
Giovedì 28 Agosto 2014
Lecco: crisi vuol dire sfiducia e meno spese
La paura del futuro fa risparmiare
Prudenti e timorose le famiglie lecchesi tagliano i consumi, anche quelli alimentari
Leva (Federconsumatori): «In questi anni c’è stata una caduta della qualità della vita»
Non spendere, e mettere da parte a oltranza, anche quando per far fronte alle spese non si ha bisogno di metter mano a quanto già risparmiato in precedenza.
È la strategia anticrisi che cambia le abitudini di famiglie e single secondo una fotografia scattata sul territorio lombardo dall’indagine “Famiglie e consumi” realizzata dalla Camera di commercio di Monza con DigiCamere.
Il 31% delle famiglie (+22% rispetto all’anno scorso) dichiara di aver risparmiato, mentre il dato di chi vede la propria situazione economica in peggioramento scende al 35% (nel 2013 era al 49%).
Ma anche così non si trova la sicurezza che si vorrebbe visto che nonostante tanti sforzi le famiglie ancora non scommettono sul futuro. E’ infatti pari al 71% il dato di chi non si dice certo che l’anno prossimo riuscirà a risparmiare, quindi la prudenza continua.
Da un lato c’è un 30% di famiglie che dichiara di non aver modificato le proprie abitudini, ma per il resto la stragrande maggioranza taglia sulle uscite, su pizza e ristorante e, dato indicativo delle difficoltà vere, sulla spesa. Tagli anche sull’uso dell’auto e dell’energia, mentre una famiglia su 5 riesce a chiudere il bilancio di casa solo attingendo ai risparmi o indebitandosi, dato che sale a 2 su 5 nel caso di chi vive solo.
«Noi – dice il presidente di Federconsumatori Carmine Leva – guardiamo la situazione dall’osservatorio del vivere quotidiano e quel che vediamo è che le persone risparmiano sì, ma a un prezzo enorme sulla qualità della propria vita».
Il riferimento di Leva è al risparmio estremo «di chi – spiega – ha entrate normali, da busta paga come lavoratore dipendente o pensionato. E’ evidente che se cresce il risparmio su quella fascia significa si taglia su cose di prima necessità, a partire dall’alimentazione. Non ci sfuggono – dice – le tante situazioni di pensionati che si rivolgono a noi per svariate ragioni e che fra le pieghe dei discorsi rivelano una prudenza esasperata nella spesa quotidiana. Così come – aggiunge – alcuni piccoli esercenti ci dicono che diminuisce la frequenza di fornitura di frutta e verdura durante la settimana. La crisi – conclude - ha corretto anche tanti eccessi nei consumi, ma quello che non vorremmo mai vedere è il vivere nella miseria con tranquillità oltre a quella convinzione secondo cui è meglio risparmiare ’perché non si sa mai’ e che finisce col condizionare l’intera vita».
Proprio ieri l’Istat ha reso noto che ad agosto l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce a 101,9 da 104,4 del mese precedente. Il peggioramento interessa tutte le diverse componenti e segue le diminuzioni rilevate a giugno e luglio. Il peggioramento della fiducia deriva soprattutto dalla componente economica, che scende a 107,6 da 114,2, mentre quella riferita al quadro personale passa a 100,1 da 101,2.
Gli indici riferiti al clima corrente e futuro diminuiscono a 101,5 da 104,0 e a 103,4 da 106,2. Riguardo alla situazione economica del Paese, i giudizi sulle condizioni attuali peggiorano: il saldo passa a -91 da -79; anche per le attese si rileva un peggioramento: il saldo passa a -7 da 6. Quanto alla disoccupazione si attendono aumenti: il saldo cresce, infatti, a 56 da 53. Il saldo relativo ai giudizi sulla situazione economica della famiglia migliora lievemente passando a -55 da -56, mentre quello sulle attese diminuisce a -13 da -10. I giudizi sul bilancio familiare migliorano lievemente (a -12 da -13 il saldo).
Le opinioni sull’opportunità attuale di risparmio registrano una diminuzione (a 116 da 120 il saldo), mentre si rileva un lieve miglioramento delle possibilità future (a -45 da -46 il relativo saldo).
© RIPRODUZIONE RISERVATA