Cronaca / Lecco città
Giovedì 25 Settembre 2014
Lecco: «Crisi, l’Europa ha sbagliato
Con il rigore non si esce dall’impasse»
Lucida analisi del professor Quadrio Curzio all’incontro sulle imprese e le banche
Il sociologo Magatti: «Bisogna investire su scuola e imprese. E premiare il merito»
La Fondazione Credito Valtellinese ha proposto ieri, all’Auditorium della Camera di Commercio di Lecco, un incontro su un tema di grande rilevanza: “Le imprese, le banche italiane e l’Europa”.
Di fronte ad un pubblico di addetti ai lavori, il vice direttore del Sole 24 Ore, Alberto Orioli, ha introdotto gli interventi dei due relatori, Alberto Quadrio Curzio, professore emerito di Economia politica all’Università Cattolica di Milano, e Marco Magatti, ordinario di sociologia generale, sempre all’Università Cattolica di Milano.
Entrambi i relatori hanno sottolineato la gravità del momento e la necessità di prendere provvedimenti drastici e radicali. «L’Europa – ha detto Quadrio Curzio – ha completamente sbagliato le politiche per superare la crisi. L’idea che il rigore avrebbe favorito la crescita è fallita e se ne è accorta anche la Germania. La scelta di politiche fiscali restrittive non ha premiato nessuno. Così, oggi, il sistema in Europa è bloccato e senza un’azione forte che spinga gli investimenti sulle infrastrutture, sarà difficile uscire dalla deflazione e dalla stagnazione. Attualmente la questione europea è essenzialmente politica».
Ed anche sull’Italia il professor Quadrio Curzio ha svolto una disanima di grande lucidità. «L’Italia deve a tutti i costi fare le riforme – ha concluso Quadrio Curzio - e quelle proposte dal primo ministro Renzi sono sulla carta complete, il problema è riuscire a realizzarle. Del resto dobbiamo chiederci se l’Italia possa permettersi di cambiare ancora, a breve, il governo, ed io credo proprio di no». Marco Magatti ha affrontato il tema dalla crisi dal punto di vista sociologico: «Stiamo vivendo tre crisi una dentro l’altra, una crisi planetaria, una europea ed una italiana. In un contesto come questo, occorre recuperare il senso della storia e soprattutto capire che per uscirne dobbiamo identificare obiettivi comuni e perseguirli insieme, altrimenti l’Italia continuerà ad avvitarsi su se stessa».
Un disanima che ha poi portato il sociologo ad individuare alcuni punti fondamentali su cui costruire un futuro meno caotico. «Innanzitutto – ha detto Magatti – bisogna superare culturalmente la società dei consumi, investendo sul futuro ovvero, per esempio, su scuola e imprese; in secondo luogo vanno combattuti gli sprechi e favoriti i soggetti produttivi; quindi va premiato il merito e valorizzate le persone; fondamentale è anche la creazione di un clima di alleanze e non di conflitto ed infine bisogna assumere una concezione innovativa in merito alla produzione di ricchezza». Tutti e due i relatori hanno convenuto la grande difficoltà del periodo che stiamo vivendo e sottolineato l’urgenza di individuare obiettivi comuni e condivisi per garantirci un futuro meno complesso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA