Cronaca / Lecco città
Martedì 04 Novembre 2014
Lecco. «Corruzione tra privati?
Non abbiamo segnalazioni»
Sergio Piazza (Ance Lecco): «Dai nostri iscritti nessuna denuncia
Ma questo non vuol dire che nel territorio il fenomeno non esista»
«Alla nostra associazione non è mai arrivata nessuna segnalazione di imprenditori pressati da richieste di corruzione da privati in cambio dell’assegnazione di lavori edili né, tantomeno, ci sono stati segnalati comportamenti scorretti da parte di amministratori condominiali nell’assegnazione di ristrutturazioni o rifacimenti edilizi».
Il presidente di Ance Lecco, Sergio Piazza, risponde all’allarme corruzione privata lanciato martedì scorso sulla Provincia dalla presidente della Cna Giovanna Picariello che riferiva l’esasperazione di diversi suoi iscritti in difficoltà i quali se «vogliono lavorare – ha detto - devono pagare» e ha spiegato che, se certo si può dire no, con la crisi diventa più difficile farlo.
Due i settori chiamati in causa da Picariello, l’edilizia e i rapporti con gli amministratori di condominio che, alla fine, significano ancora filiera dell’edilizia visto che si parla sempre di ristrutturazioni, manutenzioni e impiantistiche varie. Il fatto che in Ance non arrivino segnalazioni non significa ovviamente che gli iscritti all’Ance siano immuni dal problema. La cosa può significare fra l’altro che le richieste sono vissute dagli imprenditori come routine di un modo di lavorare che, ancor di più nella crisi, se anche sconfina nell’illecito reciproco che coinvolge corrotto e corruttore alla fine viene accettato. «Può darsi che sia così – dice Piazza – non ho dati per dirlo ma non lo escludo. Comunque – aggiunge - chiariamo una cosa: le richieste te le fanno quando sanno di poterle fare e, nel metodo, bisognerebbe distinguere fra una richiesta esplicita, una solo accennata in modo da fartela capire o addirittura un’offerta che parte da un imprenditore per scavalcare la concorrenza. Per far piazza pulita di tutto ciò basta dire di no e se un po’ di lavori io li ho persi sarà anche per qualche volta in cui ho fatto finta di non capire. Detto ciò – aggiunge – dobbiamo distinguere, nel privato, fra preventivi bassissimi e vera e propria richiesta di tangenti. Entrambi creano concorrenza sleale ma i primi, soprattutto di questi tempi, sono sintomo di una crisi che impone di scegliere fra lavori al limite del sottocosto e fermo dell’azienda».
Ciò su cui l’associazione può fare di più, aggiunge, «è lavorare sulla mentalità per portare gli iscritti a una decisione comune per non scendere, coi prezzi, sotto un livello ragionevole di sconto che non superi il 15-20%, anche perchè chi scende oltre non può garantire standard di qualità e sicurezza accettabili».
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