Cronaca / Lecco città
Sabato 05 Aprile 2014
Lecco: «Calo dei consumi pesante
Anni per tornare ai livelli pre crisi»
L’analisi di Confcommercio: dal 2007 le spese hanno subito un taglio di 80 miliardi
Ciresa: «Non dobbiamo arrenderci e cercare di cogliere le opportunità delle riforme»
Il presidente di Confcommercio Lecco Giuseppe Ciresa non è sorpreso dalle ultime stime di Confcommercio nazionale secondo cui per recuperare gli 80 miliardi di consumi persi dal 2007 ad oggi serviranno 13 anni per gli alimentari e fra i 12 e i 33 anni per i beni durevoli.
Sono, spiega Ciresa, i nodi che vengono al pettine in una crisi che a Lecco a cavallo fra 2013 e 2014 mostra spiragli di ripresa nell’industria e nell’artigianato ma non ancora nell’unico indicatore, la spesa quotidiana, che l’associazione considera, più del Pil, la prima vera misura di salute economica del Paese.
Nell’ultimo trimestre 2013, secondo i dati congiunturali resi noti a febbraio dalla Camera di commercio di Lecco, tutti i principali indicatori dell’industria e dell’artigianato sono in crescita rispetto al trimestre precedente, con una produzione aumentata del 6% per l’industria (contro il 2,7% del terzo trimestre) e del 2,4% per l’artigianato (che era al -2,8%).
A crescere sono stati anche gli ordini e il fatturato, ma tutto ciò non ha raggiunto il livello del commercio locale, ancora frenato dal calo dei consumi, alimentari e non, con una diminuzione di volume d’affari pari al -4,3% (nella media lombarda è andata peggio, col -5,5%), tuttavia in lieve miglioramento rispetto al terzo trimestre 2013.
Di conseguenza, nel settore cala anche l’occupazione (-2,7%, contro il -2,4 regionale).
«Qualche lievissimo risveglio economico c’è – dice Ciresa – ma non possiamo certo parlare di ripresa. I dati di Confcommercio nazionale riflettono quanto anche a Lecco segnaliamo da tempo: abbiamo davanti una prospettiva a lunghissimo termine, sarà difficile tornare come prima anche se non dobbiamo certo arrenderci».
Il lavoro, spiega Ciresa, è il problema principale e le riforme, «se ben fatte, possono aiutare la ripresa. Togliere anche se solo in parte l’Irap o rendere più agevole l’apprendistato sono interventi utili. In particolare, l’apprendistato può ricostituire dalle fondamenta il nostro tessuto imprenditoriale di sempre, fatto di dipendenti cresciuti insieme agli imprenditori, com’è stato il caso della mia azienda famigliare. Ora abbiamo 7 dipendenti, nei tempi migliori eravamo il doppio e con la crisi abbiamo dovuto lasciarne a casa 4 con grande sofferenza anche nostra personale. Per la prima volta ho visto mio fratello piangere per dover dare la comunicazione a ottimi lavoratori. Ora – conclude – tutti noi abbiamo comunque davanti una possibilità: dobbiamo fare attenzione ai cambiamenti che interverranno nell’economia e nella società e fare di tutto perchè le nostre aziende possano inserirsi pienamente, assecondandole, nelle nuove abitudini di consumo. Ora purtroppo, e non lo dico solo in senso commerciale, anche a Lecco stiamo toccando standard desolanti dato che nel mio settore dell’alimentare vedo ormai persone di classe media che ormai da troppo tempo fanno quadrare i conti alimentandosi solo con uova, latte e pane. Serve grande responsabilità collettiva per correggere tutto ciò».
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