Cronaca / Lecco città
Mercoledì 04 Dicembre 2013
Lecco: Arlenico, vertice al ministero
Confronto sulla cassa integrazione
A Roma per ottenere il via libera all’ammortizzatore sociale per tutti i dipendenti
Nel frattempo si continua a lavorare al piano di cessione degli impianti Lucchini
E’ fissato per venerdì 13 l’incontro al ministero del Lavoro per discutere la richiesta di cassa integrazione straordinaria per 12 mesi per tutti i dipendenti del gruppo Lucchini, quindi anche per gli 85 lavoratori lecchesi.
La richiesta è stata presentata dal commissario straordinario Piero Nardi al ministero del Lavoro e alle segreterie di Fim, Fiom e Uilm per cercare di tenere legati i dipendenti all’azienda nonostante la crisi e il commissariamento dell’azienda (infatti è in amministrazione straordinaria). Nel corso del 2014 dovrebbe delinearsi il piano di vendita di Lucchini, che conta 2.002 dipendenti, fra la sede principale di Piombino, quella torinese di Condove, la Ferriera di Servola a Trieste e gli uffici bresciani.
Secondo il commissario per prossimo anno sarà necessario contrarre l’attività produttiva mediante sospensione a zero ore settimanali e a orario ridotto per poter accedere ai plafond previsti per la procedura. «È un fatto puramente tecnico – precisano dall’azienda –, legato al periodo di durata della procedura. Da questa richiesta non deriva che da domani tutti i dipendenti andranno in cassa: potremo disporre dell’ammortizzatore qualora se ne verificasse l’esigenza».
Lo stesso Nardi, però, ha spiegato tempo fa che l’azienda è giunta «stremata» all’amministrazione straordinaria, ipotizzando la fermata dell’altoforno, poi «congelata» per interessamento del Mise.
È attesa nei prossimi giorni la pubblicazione del bando di vendita per gli asset del gruppo, che ha chiuso il 2012 con ricavi per 938,9 milioni, in calo del 22% sul 2011, e una perdita di 168,7 milioni, che segue il rosso per 59,5 accumulato a fine 2011. Nel primo semestre le perdite sono state di circa 60 milioni. Le diverse ipotesi sul tavolo del commissario comporteranno impatti di entità diversa sulla forza lavoro del gruppo.
Nel programma di cessione presentato al Mise, Nardi ha confermato l’assenza, al momento, di soggetti interessati al mantenimento del ciclo integrale. Per questo motivo si è ipotizzato un investimento in una tecnologia alternativa di produzione della ghisa, tipo Corex, da affiancare ad un forno elettrico. La sostituzione dell’altoforno consentirebbe la laminazione di un milione di tonnellate di acciaio. Un’ipotesi brownfield, con la collocazione del forno elettrico all’interno dell’attuale acciaieria, richiederebbe investimenti contenuti. Le manifestazioni di interesse ricevute per questa ipotesi (riconducubili a Klesch, alla cordata Duferco-Feralpi-Acciaierie Venete e al gruppo Beltrame, che però è a un passo dalla rinuncia) subordinano però l’investimento a condizioni da trattare, oppure prevedono opzioni per il forno da spendere in futuro.
La terza ipotesi prevede lo smantellamento del sito, con la messa in vendita della sola capacità di laminazione e del mercato di Lucchini.
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