Cronaca / Lecco città
Mercoledì 11 Giugno 2014
Lecco: Arlenico un po’ di lavoro
Almeno per due settimane
C’è lavoro per i 90 dipendenti della Lucchini di Lecco che da lunedì sono tornati nello stabilimento dell’Arlenico Caleotto per laminare billette
C’è lavoro per i 90 dipendenti della Lucchini di Lecco che da lunedì sono tornati nello stabilimento dell’Arlenico Caleotto per laminare billette.
Continueranno a lavorare per almeno due settimane e si spera che alla fine di questo periodo sarà possibile sapere con certezza chi sarà il nuovo proprietario dell’azienda di Lecco.
«I dipendenti sono rientrati in fabbrica lunedì - conferma Giovanni Gianola della Fim Cisl - E non mettevano piede in azienda, se non per avere notizie e informazioni sullo stato della trattativa di cessione della società, da febbraio. Il forno non ha avuto problemi nell’accensione e questa per noi è già una buona notizia perché quattro mesi di stop avrebbero potuto danneggiare le macchine, ma questo non è avvenuto».
Va inoltre chiarito che, essendo l’altoforno ormai da tempo e non essendoci scorte utilizzabili a Piombino, dove si trova la sede principale del gruppo, l’azienda ha acquistato billette da altri fornitori: «Non sappiamo chi essi siano, ma è possibile che questa ripartenza non sia casuale», dice Giovanni Gianola, speranzoso rispetto alle offerte vincolanti che dovrebbero pervenire entro il prossimo 18 giugno per vendere non solo la sede di Lecco, ma anche quella di Piombino e di Servola.
E’ infatti possibile che le società interessate ad acquisire la Lucchini di Lecco abbiano chiesto di testare l’impianto prima di procedere a formulare un’offerta economica vera e propria.
«Le billette sono state prodotte da impianti che lavorano con il forno elettrico e non con l’altoforno», precisa Gianola. E’ possibile che, come già avvenuto in passato, questo materiale provenga dalle due aziende Duferco e Feralpi che a più riprese hanno manifestato il loro interesse per la sede lecchese. Sarebbero infatti interessate a utilizzare il laminatoio per rispondere a una domanda che proviene dal mercato di laminati di qualità, facendo così fronte alla crisi che ha colpito il settore dell’acciaio.
Ma non è detto che, al contrario, sarà il gruppo indiano Jindal a rilevare gli impianti della Lucchini, anche se dopo una visita alla sede lecchese non pare aver manifestato particolare interesse per questa sede. C’è poi da capire come si comporrà il piano industriale e in particolar modo se gli indiani hanno intenzione di percorrere la via del forno elettrico e di un Corex per proseguire l’attività di acciaieria, mentre sembra scontato che l’altoforno non sarà riacceso.
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