Cronaca / Lecco città
Venerdì 15 Novembre 2013
Lecco: Arlenico, futuro incerto
Tutto è legato alla vendita Lucchini
Il punto d’avvio del corteo di ieri, organizzato in occasione dello sciopero generale di quattro ore, era il piazzale della Lucchini-Arlenico
E’ stato scelto questo luogo dai sindacati per dare solidarietà ai 90 dipendenti dello stabilimento, il cui posto di lavoro è vincolato a una delicata vertenza del gruppo Lucchini, attualmente in amministrazione straordinaria.
Fra qualche giorno il commissario Pietro Nardi aprirà la finestra per la presentazione delle domande di acquisizione di Lucchini e quindi, entro la primavera sarà possibile sapere se anche l’Arlenico potrà avere un compratore e quindi un futuro. Ma nel frattempo regna il timore e l’incertezza.
Giovedì pomeriggio al Mise si è svolto un incontro e da più parti è giunta la richiesta di mantenere in vita l’altoforno, mentre altre rassicurazioni sono pervenute sulla presenza di una cordata di imprenditori intenzionati a rilevare il gruppo per consentire una continuità produttiva abbiamo chiesto un incontro a livello locale – dice il sindacalista Mauro Castelli della Fiom – perché vogliamo capire quali prospettive ci sono di continuare ad avere lavoro nella sede lecchese anche alla luce delle offerte che perverranno alla curatela», e pare che nelle prossime settimane si svolgerà un tavolo fra le parti sociali.
I lavoratori presenti ieri al corteo erano parecchio preoccupati, anche se permane un clima di fiducia rispetto all’attesa di una cordata di imprenditori interessati a rilevare la sede lecchese: «Abbiamo sempre lavorato bene – dice un dipendente – e sappiamo che l’Arlenico Lucchini ha un ruolo fondamentale nella catena industriale del settore siderurgico perché siamo in grado di offrire un prodotto di alta qualità e in tempi rapidi. Sarebbe assurdo chiudere questo stabilimento», e sono in molti a pensarla allo stesso modo, anche se l’assenza di notizie continua a preoccuparli. «Siamo in novanta e tutti abbiamo famiglie, mogli e figli, da mantenere – dice un altro lavoratore – la crisi rende difficile trovare un altro lavoro e per questo speriamo che la vicenda Lucchini si risolva positivamente, altrimenti per noi sarebbe un dramma», l’ennesimo per un territorio martoriato dalla crisi economica.
«La salvezza di Lucchini sarebbe davvero un segnale di speranza importante per il Lecchese – racconta un altro dipendente – perché vorrebbe dire che esistono gli elementi per risollevare il mercato siderurgico».
Nell’ultimo periodo, si è parlato di una cordata di imprenditori locali, trafilieri, intenzionati a prendersi l’Arlenico, ma questa sembra essere solo un’illusione. Il problema è l’approvigionamento di materia prima, costosa per chi non opera già nel business delle acciaierie. Insomma, qualcuno anche di nostrano potrebbe muoversi per salvare il malato, e qui a Lecco gli ex clienti hanno detto che sarebbero pronti a comprare i prodotti del laminatoio, ma questa lunga attesa – è passato quasi un anno dal commissariamento – non è di buon auspicio.
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