Cronaca / Lecco città
Giovedì 19 Marzo 2015
Lecco. Alle imprese
l’apprendista non piace più
In un anno gli assunti con questo contratto sono calati del 21%, preferite altre forme di decontribuzione
Ciresa (Confcommercio): «Ma alcune nostre categorie non rinunceranno mai ai giovani da formare»
LECCO
Crollano i contratti di apprendistato a fronte di un aumento delle assunzioni che fanno leva sulle nuove decontribuzioni di legge per i nuovi assunti ne 2015.
La tendenza, a Lecco, sta nei dati dei Centri per l’impiego della Provincia, che a febbraio 2015, rispetto allo stesso mese del 2014, segnano circa il 21% in meno di apprendisti assunti. In numeri assoluti, mai particolarmente alti a Lecco sugli apprendisti, si è passati dai 66 assunti del febbraio 2014 ai 52 di quest’anno. Ma il dato è in calo anche mettendo a confronto gli ultimi due mesi di quest’anno visto che, con 70 assunti a gennaio, in febbraio se ne registrano 18 in meno. Le piccole imprese manifatturiere (23 apprendisti) e il commercio (26) sono i settori che ne hanno assunti di più.
A Lecco, nonostante il recente decreto che ha reso più leggero l’apprendistato per le aziende, crescono dunque le imprese che mettono da parte gli oneri e i controlli sul processo formativo e scelgono la sola decontribuzione.
«Sull’apprendistato – dice il segretario generale della Cgil Wolfgango Pirelli – le valutazioni sono premature, serve capire meglio gli effetti del nuovo decreto delegato. Piuttosto sottolineo che a Lecco in febbraio sono calati anche i contratti a progetto e ciò conferma la sensazione che in realtà gli sgravi non stanno portando nuovi assunti bensì trasformazione di vecchi contratti».
Il calo dei contratti di apprendistato continuerà «ma senza che ciò comprometta – assicura la presidente della Cna Giovanna Picariello – la crescita delle competenze, su cui le nostre aziende hanno sempre investito al di là degli obblighi di legge».
In proposito a fare una distinzione è il presidente di Confcommercio Giuseppe Ciresa. Anche per lui i nuovi dati vanno letti alla luce degli sgravi contributivi, tuttavia, afferma, «fra noi ci saranno categorie che non rinunceranno mai ad assumere apprendisti». Panettieri, pasticcieri, ragazzi delle scuole alberghiere, dice Ciresa, «continueranno ad essere assunti dalle nostre imprese come apprendisti proprio nella loro qualità di giovani alla primissima esperienza di lavoro. Sarà invece più difficile ora – aggiunge – essere assunto come apprendista per chi entro i 29 anni è stato espulso dal lavoro ed è alla ricerca di un nuovo posto».
In quel caso ora, per dirla con Giovanni Gianola, segretario della Cisl provinciale, «la formazione sarà lasciata al buon cuore e all’intelligenza degli imprenditori. Tuttavia – aggiunge – ora si liberano dai risvolti impegnativi che per l’azienda il contratto di apprendistato comporta sul fronte della formazione. Le aziende hanno sempre sopportato, più che accettato, l’apprendistato in virtù degli sgravi. Ora ne sono sopraggiunti altri che lo rendono meno attraente e ci aspettavamo che andasse così».
Per il sindacalista gli apprendisti caleranno ancora «ma ciò che temo – dice – è che si faccia una lettura politica di breve periodo sui dati occupazionali ora in crescita e che non potranno tenere se dietro non ci sarà un rilancio vero dell’economia».
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