Cronaca / Lecco città
Martedì 29 Ottobre 2013
Lecco, all’Arlenico resta l’incertezza
Si spera nell’altorforno dell’Ilva
Si è tenuta un’ agitata assemblea alla Arlenico Lucchini di Lecco nel corso della quale i sindacalisti di Fim, Fiom e Uilm hanno informato i 90 lavoratori delle ultime novità relative al futuro dell’azienda
Si è tenuta un’ agitata assemblea alla Arlenico Lucchini di Lecco, nel corso della quale i sindacalisti di Fim, Fiom e Uilm hanno informato i 90 lavoratori delle ultime novità relative al futuro dell’azienda.
«Per il momento l’unica notizia certa che abbiamo appreso è che entro il 31 gennaio dell’anno prossimo l’altoforno si spegnerà - spiega Mauro Castelli della Fiom, che insieme ai colleghi Giovanni Gianola (Fim) ed Emilio Castelli (Uilm) - perché l’attuale situazione costa una perdita di 8 milioni di euro al mese. I lavoratori sono molto preoccupati e stanno aderendo alle iniziativa di protesta che i colleghi di Piombino stanno organizzando contro la chiusura, che porterà a parecchi esuberi».
Adesso i sindacalisti hanno chiesto l’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del premier Enrico Letta, affinché trovino anche loro una soluzione condivisa per ovviare allo spegnimento dell’altoforno che avrebbe inizialmente una pesante ripercussione negativa sul fronte occupazionale e secondariamente avrebbe un effetto devastante sui clienti della Lucchini. Ad esempio nel Lecchese le trafilerie dovrebbero trovarsi un altro laminatoio o importare i prodotti dall’estero.
Secondo il sindacato resta ancora in campo la possibilità di collaborare anche con l’Ilva di Taranto per favorire le sinergie e sostenere il settore siderurgico. A tal proposito, proprio in queste ore è stato annunciato che l’altoforno è stato riacceso e forse quel materiale potrebbe servire a fornire i laminatoi del gruppo Lucchini, fra cui Lecco, anche se per il momento questa rimane una speranza, senza alcun fondamento o conferma da parte del ministero dello Sviluppo economico.
«Siamo in attesa di incontri con l’amministrazione straordinaria per capire a che punto è l’asta di vendita della Lucchini, così come i progetti per la realizzazione del progetto Codex, che potrebbe godere di un finanziamento europeo - dice Castelli -. Per il momento non sono state programmate altre iniziative di protesta perché siamo in attesa di risposte da parte del governo per la gestione della situazione. Inoltre le manifestazioni lecchesi seguono quelle dei colleghi di Piombino». I sindacati hanno chiesto un impegno da parte del Governo a garantire finanziamenti pubblici per almeno 600 milioni a sostegno della tecnologia Codex e hanno chiesto che questa garanzia venga confermata prima della pubblicazione del bando di vendita dell’azienda da parte del commissario. I tempi sono dunque strettissimi perché il bando sarà pubblicato il prossimo 15 novembre.
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