Cronaca / Lecco città
Mercoledì 25 Febbraio 2015
Lecco. Addio ai segreti
del conto in Svizzera
Le associazioni di commercianti e artigiani plaudono all’accordo bancario internazionale
Ciresa, Confcommercio: «Problema per i furbetti». Tonini, Confartigianato: «Una svolta giusta»
All’indomani della firma dell’accordo fra Italia e Svizzera che pone fine al segreto bancario aprendo di fatto una grande sanatoria per i capitali esportati prima del 2009 (lista Falciani inclusa) gli imprenditori locali valutano il beneficio che avrà sul rilancio economico del Paese un’operazione su cui si conta di recuperare tasse per 6,5 miliardi di euro.
Sul beneficio generale le associazioni si dividono e Confindustria Lecco dice chiaramente che «l’operazione è senz’altro positiva ma il Paese ha bisogno di ben altro per ripartire». Chi vuol mettersi in regola ha tempo fino al 30 settembre pagando così la tassazione italiana sui conti non dichiarati in Svizzera oltre a sanzioni ridotte. Ma a ciò non corrisponderà un rientro massiccio di capitali visto che se i soldi sono frutto di attività lecite possono rimanere dove sono. Ora, in attesa di capire gli effetti dell’autodenuncia e, dopo il 30 settembre, quelli che deriveranno dalle richieste di informazioni che l’Agenzia delle Entrate potrà fare direttamente alla Svizzera, il tema è all’attenzione degli imprenditori lecchesi. Fra le associazioni a dichiarare di averlo discusso ieri formalmente in giunta è solo Confcommercio.
«La questione non mi danneggia di certo – dice il presidente di Confcommercio Giuseppe Ciresa – perché io di soldi in Svizzera non ne ho. Certo, per chi finora ha fatto il furbo approfittando della vicinanza svizzera le cose si complicano e magari prenderà la via delle Cayman. Speriamo che l’accordo aiuti la nostra economia». Su quanto le aziende iscritte a Confcommercio siano preoccupate sulla questione Ciresa risponde che «ieri sera ne abbiamo parlato in giunta, ma non sono emersi timori né preoccupazioni. Da tempo – aggiunge – il nostro presidente nazionale Sangalli ricorda che i commercianti stanno facendo una gran fatica e soldi all’estero non ne portano».
Ciresa parla degli anni della crisi ma sul pregresso dice che «la mano sul fuoco è sempre rischiosa, abbiamo talmente tanti iscritti che può anche darsi che qualcuno con il conto in Svizzera ci sia anche».
«L’argomento non è in discussione né tantomeno ci preoccupa in Cna – dice la presidente Giovanna Picariello – visto che le nostre imprese sono preoccupate da tutto il resto che sta cadendo loro addosso in senso fiscale e di andamento generale. L’accordo è certo positivo, fa giustizia in termini di legalità, etica e buone prassi».
«In associazione – dice il segretario generale di Confartigianato Vittorio Tonini – il nuovo accordo, senz’altro positivo ed opportuno, non è ancora stato sottoposto a discussioni da parte degli imprenditori.L’accordo apre un fatto serio di giustizia fiscale e trasparenza dei capitali che qualcuno ha voluto destinare all’estero per aggirare il fisco italiano. Per ricadute e vantaggi sul sistema delle imprese vedremo l’evoluzione nei prossimi mesi». Sull’area grigia precedente il 2009 Tonini afferma che «fa parte del compromesso per far uscire la Svizzera dalla Black List, ma ora dobbiamo guardare avanti confidando che la comunicazione automatica dei dati, dal 2018, risolverà tutto».
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