Cronaca / Lecco città
Martedì 03 Marzo 2015
Le pinne dei record?
Made in Olginate
L’azienda “C4” di Marco Bonfanti è la storia di una passione tramutata in innovazione vincente
Prima i telai delle bici, poi l’incontro con un campione di apnea. Peccato per il brevetto mancato
Dai grandi del ciclismo ai recordman dell’apnea subacquea, quella dell’azienda “C4” fondata a Olginate quasi 30 anni fa da Marco Bonfanti è una storia di successi dovuti a innovazione e ricerca sui prodotti.
Per vent’anni, in passato, il marchio si è legato, con le sue produzioni per il mondo delle bici da corsa a grandi campioni nazionalpopolari del ciclismo, fra cui Marco Pantani. Di lui Bonfanti conserva ancora i telai del 2001-2002.
Poi, l’incontro casuale, spiega l’imprenditore, con Umberto Pellizzari, uno dei grandissimi dell’apnea, che gli dà la possibilità di “testare” a un livello davvero alto le sue nuove pinne in carbonio che aveva messo a punto per pura passione, ma anche con un occhio a quella produzione di telai e forcelle in carbonio per bici da corsa che iniziavano ad accusare la concorrenza cinese.
«Per dieci anni, dal 1990 al 2000 – ricorda Bonfanti – in qualsiasi competizione Pellizzari si presentasse segnava un nuovo record». Era il suo uomo, dunque, per lanciare quella nuova produzione che nessuno al mondo aveva mai realizzato e che segnerà a lungo la fortuna dell’impresa lecchese.
«Con le nostre pinne – dice Bonfanti – Pellizzari ha segnato i suoi record. Il prodotto – aggiunge – testato col Politecnico di Parla, ha rivelato la capacità di causare un risparmio energetico del 72% in una disciplina come l’apnea in cui il minor consumo di energia è un fattore determinante sui risultati». Significa che, a quel punto, capito il risultato, tutti gli altri atleti volevano le pinne C4: «Eravamo i soli al mondo a produrle – spiega Bonfanti – e per anni abbiamo avuto il totale monopolio nel mondo».
Quella delle pinne in carbonio è purtroppo anche la storia di un brevetto impossibile. «Era il 1990 – dice Bonfanti – e eravamo nel pieno della produzione per il mondo delle bici. Tuttavia sapevamo che in sé la fibra in carbonio non è brevettabile, in quanto è solo un’applicazione di materiale». Finché ha detenuto il record, Pellizzari ha continuato la collaborazione con Bonfanti, e intanto l’azienda aveva lanciato la produzione per il mass market, cercando di tener testa «a chi – dice Bonfanti – sovramarcava i nostri prodotti mettendoci il proprio brand. Ma ciò non ci ha danneggiati, quella per i grandi campioni è una produzione comunque limitata nei numeri e, comunque, nell’ambiente tutti sapevano che quelle pinne erano nostre».
Dura ancora tutt’oggi, invece, la collaborazione con Martin Stepanec, atleta che nel 2003 ha di fatto chiuso la stagione dei record del mondo a Cipro, utilizzando materiali dell’azienda lecchese. «Da quel momento in poi – dice Bonfanti – nel settore sono entrate soluzioni tecniche diverse, come la monopinna, che anche noi abbiamo in catalogo, ma non utilizzata dal grande pubblico». Con Stepanec, che ha aperto una scuola negli Usa, la collaborazione continua tuttavia ancora oggi.
Per il grande pubblico oggi l’azienda vende coi due amrchi “C4” e Skorpio Sub in piccola parte (20%) in Italia e per il resto nel mondo, in mercati curati dalla figlia dell’imprenditore, Natalia Bonfanti.
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