Cronaca / Lecco città
Venerdì 15 Maggio 2015
Le assunzioni? Sono otto in più
Jobs act: i numeri del Lecchese
Crescono i contratti stabili rispetto ad un anno fa. E’ il risultato degli sgravi sui contributi
Solo otto persone assunte in più nel primo trimestre di quest’anno rispetto ai primi tre mesi del 2014. A tanto ammonta l’aumento di occupazione nell’era del jobs act e della crisi a Lecco, in linea con l’andamento nazionale.
A dirlo, senza equivoco, sono i numeri dei Centri per l’impiego della Provincia che da un lato mostrano come nel primo trimestre 2015 gli sgravi contributivi della durata di tre anni abbiano ridotto i contratti più precari rispetto allo stesso periodo del 2014, ma dall’altro evidenziano come la leva degli sgravi da sola non basti a rilanciare l’occupazione. Il totale degli avviati al lavoro da gennaio a marzo 2015 nel Lecchese sono stati 7.733, contro i 7.725 del primo trimestre 2014, e ciò a fronte di un sensibile aumento di numero di contratti a tempo indeterminato, intesi come assunzioni che per tre anni beneficiano di forti sgravi contributivi.
Un dato, quest’ultimo, positivo che a Lecco da gennaio a marzo 2015 ha portato 2.037 assunzioni a tempo indeterminato contro le 1.629 del 2015. Il 25% in più dunque e proprio questo dato, messo a confronto con un aumento di occupazione praticamente nullo, fa dire ai tecnici della Provincia che «è la prova del fatto che i nuovi contratti realizzati grazie agli sgravi fiscali non corrispondono ad avviamenti aggiuntivi bensì a sostituzioni di precedenti contratti precari, e ciò è comunque – spiega il dirigente del settore Lavoro Roberto Panzeri – un trend di per sé positivo che stiamo monitorando. Del resto – aggiunge – per ora non è realistico aspettarsi qualcosa di molto diverso visto che la nuova occupazione potrà arrivare solo con una sensibile crescita di Pil, oltre il 2%. Ma resta il dato positivo secondo cui prima dei nuovi dati non sapevamo cosa potessero generare le nuove modalità di assunzione a tempo indeterminato e ora sappiamo che c’è una riduzione di precariato».
Per la nuova occupazione, che non dipende dalle leggi, si vedrà. Intanto in Provincia si analizzano i nuovi dati per capire come i nuovi contratti incidano fra i lavoratori.
Fra questi, a pagare il maggior prezzo occupazionale nei primi tre mesi di quest’anno sono state le donne che con 3.225 avviamenti calano del 6,5% rispetto al 2014, mentre gli uomini segnano un incremento del 5,5%. Salgono invece i numeri fra i giovanissimi (15-19 anni), che passano dai 116 dell’anno scorso ai 201 di quest’anno (+73,3%) e fra i 50-54enni (che passano da 565 a 637, +12,7%), mentre le altre fasce d’età sono in gran parte in flessione.
«L’incremento di occupazione fra i 15 e i 19enni – afferma Panzeri – ci dice che il nostro territorio ora sta assorbendo i giovani diplomati, mentre per quanto riguarda i cinquantenni i dati mostrano che cala il fenomeno degli esodati».
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