Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 23 Luglio 2013
Lavoro, la via di A2A
“Staffetta” fra generazioni
La nuova opportunità il Gruppo idroelettrico
la sta già utilizzando per contenere gli esuberi
In Valle potrebbe essere una forma di radicamento
La strada della “staffetta generazionale” come percorso per tutelare chi esce dall’azienda avviandosi verso la pensione, e i giovani che si affacciano sul mercato del lavoro in cerca di un primo posto.
E’ questa la strada che dovrebbe intraprendere A2A anche in Valtellina e Valchiavenna secondo Cristiano Mazzucotelli, segretario confederale della Cisl di Sondrio e coordinatore nazionale di A2A. La richiesta è diretta al Gruppo e la società ha già annunciato di vedere con buon favore questa opportunità.
«La società in Valle non assume più da alamento 15 anni - spiega Mazzucotelli -. Credo sia importante che aziende come A2A diano un segnale e adottare la regola dello scambio generazionale, attraverso un accordo che tuteli chi esce e chi entra, sia molto importante. Non si tratta di fare occupazione assistita, ma di creare lavoro e la strada del patto generazionale può costituire anche in Valtellina e Valchiavenna un piccolo “polmone” occupazionale».
Una possibilità, dunque, che anche in provincia di Sondrio potrebbe essere esteso e applicato quanto il piano industriale di A2A già sta prevedendo in altre realtà territoriali: sono stati infatti messi in mobilità (comunque volontaria), 300 lavoratori delle reti elettriche e gas e dei servizi di distribuzione. La loro “mobilità” verrà gestita entro il 2017, data entro la quale tutti questi lavoratori saranno in pensione e quindi nessuno di loro rimarrà senza lavoro. Nel contempo, in alcune di queste posizioni entreranno alcuni giovani lavoratori per garantire lo scambio generazionale e dare continuità alla vita e al ciclo produttivo dell’azienda attraverso nuove assunzioni.
«Il territorio della provincia di Sondrio - ha proseguito Mazzucotelli - dà un grande contributo alla ricchezza della società. Una misura come quella della mobilità serve per mantenere e incrementare l’occupazione e portare a regime la produzione». Oggi A2A può contare su 174 dipendenti in Valtellina e Valchiavenna, a cui si aggiungono i 70 a Mese che rientrano in Edipower (società comunque ora acquisita dalla stessa A2A) e i 35 del call center proprio di A2A.
E proprio l’approdo del call center in provincia di Sondrio suggerisce al coordinatore nazionale di A2A un’altra possibile strategia per “stimolare” l’occupazione: «Esperienze maturate anche in passato - ha sottolineato Mazzucotelli - ci portano a dire che alcune assunzioni sarebbero possibili e necessarie attraverso il decentramento di alcune attività: il call center ha già portato a Sondrio 35 posti e per quanto concerne il lavoro di “qualità” una scelta potrebbe essere anche quella di portare sul territorio alcune sperimentazioni su fonti rinnovabili ed energie alternative».
Scambio generazionale e occupazione sul territorio: tutto questo per recuperare quel radicamento in provincia di Sondrio che forse A2A sta un po’ perdendo.
«L’azienda - ha concluso Mazzucotelli - è passata attraverso la liberalizzazione, la privatizzazione, la fusione con Asm di Brescia e l’acquisizione di Edipower: temo che proprio per queste sue dimensioni A2A abbia un po’ perso il radicamento sul territorio, quello che, in un certo senso sta accadendo in forme diverse anche per quanto riguarda il settore del credito».
© RIPRODUZIONE RISERVATA