Cronaca / Morbegno e bassa valle
Venerdì 01 Agosto 2014
Lavoratori Riello
Verso la mobilità
i cento delle caldaie
Mercoledì al museo di Morbegno l’assemblea sindacale - Dal 26 agosto metà forza lavoro resterà a casa - Per altri 120 operai la speranza è la Viessmann
Addio cassa integrazione, fra quattro settimane partirà la mobilità per cento lavoratori della Riello. E intanto si aspettano i tedeschi della Viessmann per garantire un futuro allo stabilimento e ai centoventi che restano.
Il museo civico di Morbegno ha ospitato la riunione dei dipendenti dell’azienda metalmeccanica della principale area industriale della Bassa Valtellina, in cassa dall’estate del 2012. Ai sindacalisti Marina Pensa (Fiom-Cgil), Davide Fumagalli (Fim-Cisl) e Piero Greco (Uilm) è toccato il compito di illustrare la situazione attuale e, soprattutto, le prospettive. A seconda dell’età anagrafica, le tute blu interessate avranno da uno a tre anni di mobilità, con un compenso medio analogo alla cig per il primo anno e dell’80% per quelli successivi. In più ci sono i 12mila euro di buonuscita previsti dall’accordo. In pratica in media si tratta di circa 1.150 euro mensili, comprensivi degli incentivi garantiti dall’azienda. Ma al di là dell’aspetto economico relativo ai prossimi dodici, ventiquattro o trentasei mesi, il problema resta: il lavoro non c’è più. E considerata la situazione occupazionale della zona, trovare un’alternativa per molti non sarà semplice.
Dopo due anni di cassa integrazione a zero ore, infatti, per le cento persone del reparto caldaie il 26 agosto finirà il legame con la Riello. Poi, vista l’impossibilità di applicare altri strumenti - la cassa in deroga non è compatibile con quella straordinaria utilizzata per i dipendenti del ramo scambiatori e comunque è garantita solo fino a fine agosto dalla Regione Lombardia - resterà solo la mobilità. Per i dipendenti del ramo scambiatori, invece, sono i giorni della definizione degli strumenti da applicare per il prossimo futuro. Mercoledì ci sarà un incontro in Regione. Tutto lascia pensare che si punterà su una cassa straordinaria, con l’obiettivo di coinvolgere un numero di lavoratori ben inferiore ai 120 che restano in fabbrica, probabilmente circa cinquanta unità. Ma è un aspetto ancora da valutare.
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