Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 12 Settembre 2013
L’ansia del primo giorno di scuola
«Studiare è il vostro lavoro»
Studiare è indispensabile se si vogliono gettare le basi per il proprio futuro. Quindi, anche se ritornare a scuola, dopo tre mesi di vacanze (e libertà), significa trovarsi di fronte a prove da sostenere e ad ostacoli da superare, non bisogna lasciarsi prendere da ansie e paure che fanno parte del processo di crescita.
Lo sostiene Andrea Scherini, pediatra e psicoterapeuta di Sondrio: «Ci sono bambini e ragazzi che sono contenti di ritornare in aula, mentre altri che invece preferirebbero restare in vacanza perpetua. Questo è normale. Però – puntualizza l’esperto - io sono rigido e categorico su queste cose: la scuola è indispensabile e studiare è necessario».
Motivo per cui, «bisogna far capire ai ragazzi, compito, questo, delle famiglie e degli educatori, che come gli adulti lavorano anche loro sono chiamati a fare il loro dovere e il loro lavoro: cioè studiare», maturando quella consapevolezza che «serve a costruire una società migliore, quella in cui poi vivranno un domani, una volta diventati grandi».
Semmai, secondo Scherini, la posizione più “scomoda” e difficile di questo ritorno a scuola dopo le vacanze, è quella degli insegnanti. «Le difficoltà maggiori le incontrano gli insegnanti che hanno la mia totale comprensione. Anzi tutto perché so cosa significa insegnare e averne sopra i capelli ogni giorno. Inoltre insegnare, aspetto che non è compreso dalla gente, è un lavoro duro e pesante. Spesso e volentieri le ansie dei propri alunni si traducono in ansie per chi li sta seguendo». Una sorta di simbiosi: «Chiaramente è importante il rapporto che si instaura con una classe e tanto dipende dalla sensibilità e dalla pazienza di ogni singolo docente. Ma soprattutto – pone l’accento Scherini – dall’equilibrio».
Ma cosa possono fare gli adulti per questi ragazzi? «Non è moltissimo quello che possiamo fare: sicuramente dobbiamo cercare di essere equilibrati e comprendere che le loro difficoltà sono diverse da quelle che abbiamo avuto noi, cercando anche di sopportare il cambiamento in atto nella nostra società accompagnandoli».
Ritornando agli alunni e agli studenti, cosa fare se l’ansia esplode di fronte ad una interrogazione o ad un compito in classe? «Non farsi prendere da paure e non avere reazioni spropositate perché le prove servono nella vita: i ragazzi lo devono capire. Chi non ha avuto paura di fronte a una qualsiasi prova? Io stesso, a 60 anni quando mi sono laureato in filosofia. L’adrenalina sale, ma la nostra natura è quella di affrontare le difficoltà e gli ostacoli».
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