L’agente del fisco resta in cella
Potrebbe inquinare le prove

Niente domiciliari per il funzionario di Como arrestato per corruzione. L’inchiesta prosegue. Si scava nei rapporti con i commercialisti

«Lo Conte? L’ho incontrato la scorsa settimana e mi ha consigliato di dire che per la dichiarazione dei redditi gli consegnavo un paio di bottiglie di vino». Resta in carcere il funzionario dell’Agenzia delle Entrate arrestato dieci giorni fa con l’accusa di corruzione. Niente domiciliari, come sollecitato dall’avvocato difensore di Rosario Lo Conte, 61 anni di Como: secondo la Procura, infatti, resta concreto il rischio di inquinamento delle prove e l’unico modo per scongiurarlo è il carcere.

Il servizio su La Provincia in edicola sabato 18 gennaio

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