Cronaca / Lecco città
Lunedì 27 Aprile 2015
La ripresa balbetta
Gli imprenditori prudenti
Gli indicatori mostrano un clima migliorato, Ma le aziende lecchesi temono ricadute. Arcioni: «Nei mercati prevalgono i timori»
L’ufficio studi di Confindustria legge segnali di ripresa sui dati di breve periodo che sulla produzione industriale segnano lo 0,1% a marzo dopo lo 0,6% di febbraio. Unioncamere orienta alla fiducia mostrando che lo stock di imprese registrate nel 2014 è cresciuto a livello nazionale dello 0,51%, oltre il doppio della percentuale del 2013.
A metà strada ci sono le stime in rialzo per l’Italia nel Rapporto Economico di primavera del Fondo monetario internazionale (+0,5% quest’anno e +1,1% nel 2016), un po’ meno di quanto indicato dal Governo nel Def (0,7% e 1,4%) e tuttavia in misura tale da lasciare ancora l’Italia come fanalino di coda nella Ue, davanti solo a Cipro.
Ma ci sono anche i dati sulla disoccupazione in crescita e le nuove incertezze lanciate fra i consumatori dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che in questi giorni ha fatto sapere che l’era del bail-in è iniziata ed è irreversibile: significa che le norme europee stabiliscono che i clienti delle banche potrebbero dover contribuire al risanamento degli istituti e che perciò vanno informati in materia di gestione delle crisi. «I clienti – ha fatto sapere Visco – andranno informati del fatto che potrebbero dover contribuire al risanamento di una banca».
Oltre alle statistiche e alle ricadute che avrà sull’Italia la crisi greca ci sono le uniche impressioni, le proprie, a cui guardano gli imprenditori locali.
Ne abbiamo sentiti tre non tanto sulle rispettive situazioni aziendali quanto sull’osservatorio privilegiato che hanno su settori che direttamente registrano l’andamento dei consumi quali il tessile, la fornitura di imballaggi e di pezzi di ricambi meccanici per le industrie.
«Dalle relazioni con le imprese del mio settore – dice Sergio Arcioni, presidente del distretto tessile –, dagli ordinativi della piazza, da quanto riferiscono le aziende di servizio, i commerciali che girano il mondo e anche dalla mia esperienza diretta tutto mi fa pensare che siamo ancora lontani dalla ripresa di cui leggo ovunque e che ovviamente spero arrivi. In una mia statistica all’ingrosso direi che su dieci imprenditori uno è contento, quattro sono scontenti e cinque molto preoccupati».
Arcioni ritiene che «fermo restando un segno un po’ più positivo registrato ultimamente, la percezione è che dopo 7 anni di crisi non volteremo pagina con numeri di crescita da prefisso telefonico. Se dobbiamo guardare i dati di marzo in relazione a quelli di gennaio e febbraio, che erano molto negativi, nel decidere che il nuovo dato segna ripresa è molto legato all’ottimismo dei singoli».
«Confermo – dice Davide Riva, proprietario dello Scatolificio Lariano di Valmadrera – fra le aziende clienti una leggera crescita di lavoro in marzo, però in aprile ho visto nuovi rallentamenti. Non direi con serenità che stiamo andando verso un dato consolidato e migliorabile. Il primo quadrimestre sarà anche confortante, ma non dimentichiamo l’enorme scrematura di aziende avvenuta a Lecco nel 2014, spinta anche dalla piaga dei mancati pagamenti fra aziende».
Ancora una volta sarà importante il ruolo delle banche: «Quando si vende poco – spiega Giulio Azzoni dell’omonima ditta lecchese – i fidi bancari non si usano. Se il mercato riprende le banche decidono se aumentarli, consentendo agli imprenditori di comprare ciò che serve loro per produrre, o meno fermando così ogni rilancio».
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