Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 12 Settembre 2014
La Procura insiste:
vogliamo i domiciliari
Finisce al Tribunale del Riesame la richiesta di misure cautelari a carico di Emanuele Casula - Il criminologo Marcassoli: «Le droghe cosiddette leggere? Certo che possono provocare squilibri»
La Procura non ci sta: la richiesta di arresto, bocciata dal gip Pietro Della Pona, è stata ripresentata, pari pari, al Tribunale del Riesame di Milano. Le possibilità che venga accolta e che Emanuele Casula finisca ai domiciliari sembra piuttosto remota, visto il graduale affievolirsi delle esigenze cautelari, ma gli inquirenti non mollano comunque la presa.
Un diversivo, forse. La strategia resta un segreto. Nè il procuratore capo Fabio Napoleone né il sostituto Giacomo Puricelli sono disposti a dare alcuna indicazione sulla direzione che le indagini prenderanno. Di certo si sa che gran parte della ricerca della verità su quanto accaduto a Grosotto la notte di sabato 23 agosto è stata affidata alla scienza. Qualche risposta su come sia morta Veronica Balsamo potranno darla gli accertamenti disposti sul suo corpo della giovane, ma anche gli esami tossicologici a cui è stato sottoposto il ragazzo, che per ora resta formalmente l’unico indagato per il decesso. I Ris potranno fornire invece qualche indicazione su chi possa aver cercato di uccidere a colpi di cacciavite, quella stessa sera, Gianmario Lucchini.
Ci vorranno ancora giorni, comunque. Accertamenti, esami e rilievi, quindi. Di testimonianze importanti, invece, nessuna. Neanche quelle degli amici dei di Emanuele e Veronica, i cinque giovani con cui passavano le serate, spesso all’insegna dell’eccesso e dello sballo. È qui che gli inquirenti sono rimasti spiazzati. Convinti di riuscire a ricostruire gli avvenimenti di quella sera in quattro e quattr’otto grazie alle indicazioni della gente del posto, si sono trovati a sbattere contro un muro di omertà e giustificazionismo del tutto inaspettato in una realtà come quella valtellinese e tipico piuttosto delle zone del Meridione in cui è più forte la presenza della criminalità organizzata. Anche gli appelli del parroco don Romano Pologna e del sindaco Guido Patelli ai propri compaesani sono rimasti inascoltati: con i carabinieri non parla nessuno.
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