Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 08 Ottobre 2013
«La palude»
conquista il Festival
Le torbiere centroeuropee del regista tedesco Haft hanno vinto la XXVII edizione della Midop - «Ha mostrato il sublime nel semplice» la motivazione - Il pubblico premia l’Alaska e l’Italia
Trionfa la Germania, al XXVII Sondrio Festival.
È stato il regista bavarese Jan Haft – con le torbiere centroeuropee e l’articolatissimo sistema biologico che in esse prende vita – ad aggiudicarsi nella serata conclusiva di ieri la Midop, il primo premio del Concorso assegnato al documentario “La Palude”: 50 minuti di viaggio attraverso gli altipiani umidi di Repubblica Ceca, Germania e Svezia che hanno convinto la Giuria internazionale grazie ad un utilizzo piuttosto sapiente delle tecniche registiche – frame rallentati all’infinito, zoomate impossibili e time-lapse (la tecnica che dà l’impressione di “accelerare” il tempo) c’erano tutti –, ma soprattutto ad un occhio da cineasta per nulla a digiuno dell’argomento di cui si sta occupando.
Laurea in Geologia, Paleontologia e Biologia per Haft, dagli anni Novanta impegnato come assistente di regia nel campo della documentaristica, dal 2007 a raccogliere premi e riconoscimenti dietro la macchina da presa: fino alla serata di ieri, durante la quale il suo “The Moor” ha raccolto i 5.000 euro del Primo premio “Città di Sondrio” grazie alla capacità di ammaliare la giuria portando «magia e mistero in quella che spesso è considerata una risorsa naturale comune».
E, nell’immaginario collettivo, non esattamente un luogo incantato: «Haft ha mostrato il sublime nel semplice» si legge ancora nella nota stilata a motivazione del premio. «Il messaggio ambientalista è forte senza essere sovrastante. Onorati di riconoscere il nostro primo premio a questo lavoro senza difetti e debolezze».
Ma se la giuria si è sentita in dovere di assegnare una menzione d’onore anche a “Un leopardo diverso dagli altri” di Derek e Beverly Joubert («alta capacità tecnica e eccellente narrazione nello sfidare il pubblico a interrogarsi sul rapporto tra il nostro apprezzamento della bellezza e le realtà dello sfruttamento»), non solo Haft sugli scudi nella serata internazionale di ieri: premio “Parco nazionale dello Stelvio” alla “Leggenda del cane selvaggio” di Joe Kennedy (girato in Botswana, come pure il film firmato Joubert), mentre “I prati da fieno” est europei della rumena Agota Juhasz si è aggiudicato il riconoscimento “Regione Lombardia” per il miglior documentario sugli aspetti naturalistici, culturali, paesaggistici ed economici delle aree protette dell’Unione Europea.
Poi i premi delle giurie speciali: studenti e pubblico chiamati ad esprimere una preferenza che i ragazzi hanno fatto ricadere sull’Alaska di “Ai confini della terra” (John Grabowska dietro la cinepresa); ma anche l’Italia sotto i riflettori, con la giuria del pubblico a premiare “Il migliore dei mondi possibili”, girato nel Parco nazionale del Gran Paradiso da Marco Andreini e Paolo Fioratti: «sorprendentemente poetico perché, grazie alle emozionanti immagini relative al cambio delle stagioni e ad una coinvolgente colonna sonora».
Dopo le premiazioni, sul palco del Sondrio Festival in piazza Garibaldi è salita anche Carla Cioccarelli, presidente del Consorzio del bacino imbrifero dell’Adda (Bim), a consegnare il riconoscimento che lo stesso Consorzio ha deciso di riservare, fuori concorso, a cortometraggi di massimo sei minuti sul tema: l’acqua e le esperienze d’acqua in luoghi suggestivi. Suggestivi come l’isola di Linosa (40 km da Lampedusa), protagonista con le sue berte maggiori (un uccello marino)del corto vincitore del premio “Turriake” di Salvatore Tuccio.
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