Cronaca / Lecco città
Domenica 28 Settembre 2014
La ’ndrangheta a Lecco?
Ufficialmente non esiste
Aprile, sono i giorni caldi di Metastasi, la città e il territorio sono scossi dal terremoto dell’indagine
Ma il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica non affronta l’argomento di cui tutti parlano
LECCO Sono i giorni caldi dell’operazione Metastasi, qualche ora prima che la Guardia di Finanza di Lecco arrestasse l’ex consigliere comunale della Lega Nord Francesco Sorrentino e il geometra Maurizio Castagna per la presunta tangente pagata da un imprenditore edile lecchese per “oliare” una pratica ferma in municipio.
È il 16 aprile 2014, in Prefettura si svolge la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ma nessuno, in quel momento di choc per Lecco e la sua provincia, affronta l’argomento ’ndrangheta.
Libertà di parola
Il sindaco di Lecco Virginio Brivio è da giorni nel mirino per la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche con l’allora collega Marco Rusconi di Valmadrera, finito in carcere e subito dimissionario, e con il consigliere comunale di Lecco Ernesto Palermo, pure arrestato dal Gico di Milano su ordinanza di custodia cautelare: è in evidente imbarazzo, crede che sia inevitabile, che in quella riunione, si parli del terremoto che sta sconvolgendo la città e il territorio tanto da non partecipare alla riunione.
Probabilmente non vuol mettere in difficoltà gli altri attori seduti attorno al tavolo convocato dal prefetto Antonia Bellomo, lasciando loro massima libertà di parola, e al suo posto manda l’assessore alla Sicurezza Armando Volontè.
Una preoccupazione inutile. Perchè in quella riunione la vicenda Metastasi non viene sfiorata nemmeno per caso.
È quanto si evince, un po’ incredibilmente, dando uno sguardo al verbale della seduta del Comitato, alla quale presenziano i vertici delle forze dell’ordine della città e della provincia, le massime istituzioni amministrative, i referenti di Confcommercio, Confartigianato e Confesercenti.
La riunione si apre con la disamina dei dati relativi ai reati predatori nell’ultimo periodo che, seppur in aumento, sono comunque in linea con il trend registrato a livello nazionale.
Nessuna segnalazione
Per quanto attiene i reati di usura ed estorsione, un argomento che potrebbe dare il là per parlare dell’inchiesta di Milano, nel corso della riunione si segnala che «le vittime che svolgono attività imprenditoriali possono rivolgere istanza al fondo di solidarietà. Su segnala che nell’ultimo quinquennio sono state presentate undici istanze alla Prefettura di cui cinque non accolte, due in istruttoria e quattro accolte per un totale di 1.304.432,45 euro quale elargizione a fondo perduro e 73.390,64 quale mutuo. Questi casi rispecchiano il successo delle forze dell’ordine e dell’azione giudiziaria che è assicurato quando la vittima collabora denunciando questi reati. Si tratta infatti di fattispecie a cui si dedica anche la criminalità organizzata che approfitta delle della difficoltà sociale-economica».
Il presidente di Confartigianato Daniele Riva segnala sul punto che «non ci sono segnalazioni da parte degli associati riconducibili al fenomeno dell’usura e dell’estorsione».
Antonella Crippa
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