Cronaca
Venerdì 01 Luglio 2016
La minaccia dell’Isis: «Uccideteli tutti»
Nell’elenco anche un uomo di Berbenno
Gli hacker del califfato islamico diffondono un altro elenco di nemici da eliminare. Nomi presi a caso, a seconda dei database nei quali i pirati informatici riescono a entrare.
«Li uccideremo tutti». O meglio: «Uccideteli tutti, ovunque si trovino». L’invito degli hacker della “Islamic cyber army” è rivolto ai terroristi che fanno capo all’Isis. Nell’elenco diffuso in rete nei giorni scorsi - come riportato in un articolo apparso sul sito online del quotidiano “Il Tempo” a firma Francesca Musacchio poi rimbalzato su diversi siti- compare anche il nome di un uomo residente a Berbenno in Valtellina. Nessuna possibile confusione con l’omonimo comune della Bergamasca.
Gli italiani finiti nell’ultima blacklist di nemici da eliminare sono 23, ma i nomi sono molti di più. Migliaia. In tutto i mondo. Gente che, per lo più, non soltanto non ha alcun legame con il mondo del terrorismo, ma spesso neanche con quello dell’esercito o delle forze dell’ordine. Il loro nome però figura in qualche database nel quale i pirati informatici sono riusciti a penetrare e questo basta e avanza per entrare nel novero dei «nemici mortali del califfato».
Il grossolano metodo con cui sono compilati gli elenchi non alleggerisce il peso di una minaccia che, anche alla luce dei fatti di Istanbul, gli addetti alla sicurezza nazionale prendono comunque sul serio. Gli uomini della Digos della Questura del capoluogo, pur non facendo trapelare alcuna informazione, hanno avviato una serie di accertamenti e di verifiche sulla posizione dell’obiettivo valtellinese.
In generale, per quanto riguarda i soggetti italiani inseriti nella lista, si tratta soprattutto di dipendenti di aziende che si occupano di informatica e servizi finanziari. Le città in cui risiedono sono Roma, Milano, Lecce, Bologna, Torino, Benevento, Asti, Padova e, appunto, Berbenno.
In rete la blacklist del è stata diffusa anche attraverso un video che, oltre all’elenco dei nomi, contiene anche le ormai ben note immagini di guerra, decapitazioni e violenze, oltre alle minacce a tutto l’Occidente, Italia compresa. Tra gli obiettivi compare anche un’azienda, con sede a Roma e Fiumicino, che si è detta sorpresa e preoccupata: «Non sappiamo nulla, ma certamente la notizia ci preoccupa» hanno risposto i titolari ai cronisti del quotidiano romano chiedendo però, per evidenti motivi, che venisse rispettato il loro anonimato.
Poco tranquillo anche un imprenditore privato. «Mi occupo di forniture per forze dell’ordine italiane ed estere» ha spiegato rimanendo sul generico. «Forse i pirati informatici dell’Isis sono entrati nei siti di aziende che in qualche modo sono collegate alle forze dell’ordine - ha aggiunto - e forse hanno rubato indirizzi e numeri di telefono contenuti nei pc. Non saprei spiegarmelo altrimenti. In ogni caso questa notizia è inquietante».
Gli hacker dell’Isis sono riusciti, tra l’altro, a oscurare il sito diuna tv locale, Melfi in tv. Il portale risultava irraggiungibile e sull’home page, al posto del solito logo, è comparsa la scritta “Islamic State world»”.
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