Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 12 Agosto 2013
La Locanda infiamma il consiglio
«Il Comune revochi la vendita»
Le minoranze hanno accusato la giunta Pruneri di aver commesso troppi errori
Dai mancati interventi di fine gestione ai 12mila euro fissati come base d’asta
La variazione di bilancio di 40mila euro per sistemare lo stabile della Locanda Valgrosina era piccola, ma ha fatto divampare una grande protesta delle minoranze in consiglio comunale.
Ha innescato la miccia Raffaele Franzini, di “Corri con Grosio”, perplesso dal fatto che il Comune, nonostante la vendita dello stabile sia andata deserta, non abbia provveduto a revocare la delibera di alienazione.
Una critica condivisa dall’ex sindaco, Italo Strambini: «È una stupidaggine che non sia stata revocata la possibilità di vendita. La vendita è stata fittizia solo per far quadrare il bilancio». Non è stato tenero con gli ex colleghi di maggioranza il consigliere Mirco Besseghini, ora all’opposizione: «Su Fusino è stato fatto un errore clamoroso con un appalto complessivo di 200mila euro nel quale figuravano anche 70mila euro per la realizzazione del terrazzone della locanda. Anche sul bando per assegnare la gestione è stato fatto un pasticcio incredibile. Non si è tenuto conto della crisi e 12mila euro erano una base d’asta troppo alta. È il mercato che fa il prezzo. Il risultato ottenuto - la locanda è chiusa e siamo a metà agosto - è lampante. Anche sulla successiva manifestazione di interesse, che il Comune ha chiesto dopo la rinuncia di coloro che si erano presentati al bando, non ha rispettato i termini di legge. Non è stata inoltre realizzata la rampa di accesso per i diversamente abili e non c’è stato raziocinio nelle opere».
Il sindaco, Antonio Pruneri, ha difeso le scelte amministrative: «Visto le opere che abbiamo realizzato - il terrazzone è costato 70mila euro - ci è sembrato giusto aumentare il prezzo dell’affitto che era di 7.500 euro annui nella precedente gestione. Che il prezzo richiesto non fosse esagerato lo dimostra il fatto che abbiamo ricevuto due offerte. Inoltre, quando abbiamo realizzato il terrazzone non potevamo sistemare l’interno della struttura perché era ancora occupato da chi lo gestiva. Poi è stato deciso di vendere e, quindi, non avrebbe avuto senso realizzare i lavori di sistemazione resisi necessari quando è cambiata la gestione».
Spiegazioni che hanno mandato su tutte le furie il capogruppo di “Forza Grosio”, Italo Strambini: «Lo sanno tutti che in caso di subentro di un’attività è necessario apportare le migliorie. Lo dovevano sapere l’ufficio tecnico e l’assessore ai Lavori pubblici. Quando la gente mi ferma per strada e mi chiede di chi è la colpa di Fusino chiuso, cosa devo rispondere? Chi è il colpevole? Sicuramente chi non ha pensato in anticipo a cosa sarebbe successo». Ha gettato acqua sul fuoco il vicesindaco, Giovanni Sassella: «Avete fatto un quadro della situazione tragico, ma non è così. Non stiamo parlando di un pronto soccorso. A Fusino c’è il locale di A2A in funzione e la fabbriceria di Eita, quest’anno sempre aperta, ha beneficiato della chiusura della locanda di Fusino».
© RIPRODUZIONE RISERVATA