Cronaca / Lecco città
Giovedì 24 Aprile 2014
La crisi allenta la presa nel Lecchese
Diminuisce ancora la cassa integrazione
Lo dicono i dati dell’Inps diffusi dalla Cgil locale: meno 19% rispetto all’anno scorso
Come noi solo Como e Pavia: le altre province lombarde invece segnalano impennate
La crisi in provincia allenta la presa, per il settimo mese consecutivo il ricorso alla cassa integrazione diminuisce.
Lo dicono i dati Inps, diffusi dalla Cgil di Lecco, in base ai quali nel mese di marzo il ricorso complessivo agli ammortizzatori sociali segna un meno 19 % rispetto al mese di marzo del 2013, proprio in linea con quanto è accaduto a gennaio e a febbraio sul territorio. Infatti nei primi due mesi dell’anno la richiesta di cassa era scesa del 36,32 %rispetto a gennaio e febbraio dell’anno scorso.
Un segnale che in realtà si sta verificando solo in alcune province lombarde, perché insieme a noi stanno prendendo fiato Como (meno 26%) e Pavia (meno 10%), mentre tutte le altre realtà provinciali segnalano crescite anche importanti del ricorso alla cassa integrazione, al punto che la media lombarda fa registrare un’impennata del 12%.
Nel dettaglio si scopre che è soprattutto la cassa integrazione ordinaria a calare, e si passa da 2,9 milioni di ore richieste nel primo trimestre del 2013 a 1,6 milioni di quest’anno. Si registra inoltre un piccolo aumento della cassa integrazione straordinaria, che passa da 1,9 milioni a 2 milioni di ore richieste. Preoccupa invece il boom della richiesta di cassa integrazione straordinaria in deroga: siamo al 120 per cento rispetto all’anno scorso e le ore sono passare da 212 mila a 468 mila.
Questo è accaduto perché le piccole imprese (cioè quelle che hanno diritto a questo ammortizzatore) che avvertono segnali, anche lievi, di crisi e cedimento degli ordinativi si precipitano a richiedere la cassa in deroga, sapendo che l’iter per l’ottenimento di quest’ultima è piuttosto farraginoso e inoltre è incerto il rifinanziamento per il secondo semestre dell’anno. Quindi, le imprese cercano di giocare d’anticipo, anche se non hanno una reale necessità di utilizzare questo strumento. Lo dimostra il tiraggio, cioè l’uso effettivo delle ore di cassa integrazione in deroga richieste, che non supera il 30%.
Per quanto riguarda i settori, è l’industria a trainare la ripresa, con una consistente riduzione degli ammortizzatori sociali: meno 31%. Mentre l’edilizia sconta sia le criticità che le famiglie incontrano nell’aprire un mutuo, sia il blocco delle opere pubbliche, sia lo sgonfiamento di quella politica di incentivi alle ristrutturazioni delle abitazioni proposta nel 2013 dal governo Letta. Ecco perché in questo settore la cassa integrazione torna a crescere del 118 %, dopo un 2013 di miglioramenti.
Seguono l’artigianato e il commercio che evidenziano un ricorso piuttosto stabile alla cassa integrazione, attestandosi il primo attorno alle 200 mila ore richieste, il secondo attorno alle 400 mila ore. Ma in questi settori la percentuale di utilizzo reale della cassa non supera il 40%. Tuttavia un dato ancora preoccupante è l’incidenza degli ammortizzatori sul totale della popolazione. Al livello complessivo Lecco risulta ancora molto toccate dalla crisi.
Sono infatti 4,1 i milioni di ore di cassa integrazione richiesti nei primi tre mesi dell’anno, una richiesta simile a quella di Como che tuttavia ha quasi il doppio della forza lavoro totale rispetto a Lecco. Infatti il 12,21% della popolazione attiva è stata toccata nel 2014 da una procedura di cassa integrazione e peggio di noi fa solo Varese, oltre il 13%, mentre la media regionale si attesta al 7,4%.
Infine, c’è il problema della mobilità e dei licenziamenti. Se scende il ricorso alla cassa integrazione è anche perché molte imprese hanno concluso complessi percorsi di ristrutturazione con l’espulsione di parecchie persone. Nei primi tre mesi dell’anno hanno perso il posto in 56, quasi il doppio rispetto a un anno fa.
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