Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 05 Novembre 2014
La celebrazione dell’Unità d’Italia: tanti i giovani presenti in città
È stato il giovane brigadiere dei carabinieri, Massimo Ciaponi, di Talamona, a suonare l’attenti, seguito da un malinconico “Silenzio”, in onore dei Caduti di Sondrio, in piazza Valgoi, dove sono state deposte due corone di alloro.
Nel tempo delle note il pensiero è volato a quei 600mila caduti per la Patria, ai lutti di tutte le guerre, ai militari che hanno sacrificato la loro vita in servizio, ai due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre con la loro difficile vicissitudine.
Ieri mattina è stata celebrata la Giornata delle Forze armate e dell’Unità d’Italia, osteggiata a tratti da una fastidiosa pioggerellina che ha portato a dividere in quattro momenti la cerimonia. Alzabandiera al Campo della Rimembranza (che ospita il sacrario militare) alla presenza di rappresentanti dei vari corpi, in servizio e non, e di una nutrita rappresentanza delle scolaresche cittadine. Poi ci si è trasferiti in Collegiata per la Santa Messa officiata da don Marco Zubiani, arciprete di Sondrio. Quindi, in corteo, labari in testa, fino alla sala del consiglio della Provincia per i discorsi ufficiali e conclusione al monumento di piazzale Valgoi.
Sono stati dati lettura, in Prefettura, dei messaggi del Capo dello Stato e del ministro della Difesa. Due le riflessioni poi, che sono state esternate dal sindaco di Sondrio, Alcide Molteni: «Quella del 4 novembre è una giornata speciale tutti gli anni; quest’anno ancor di più perché ricorrono i 100 anni dell’Unità nazionale, delle battaglie epiche combattute anche sulle nostre Alpi, ma soprattutto la cosa importante è che la semplicità di tutti coloro che sono caduti era legata a un obiettivo condiviso: raggiungere l’Unità nazionale ed esaltare l’appartenenza a una nazione, ma non dimenticando che siamo una nazione del mondo e ci dobbiamo stare tutti insieme».
Il secondo pensiero del sindaco è dedicato ai numerosi giovani studenti presenti in chiesa che hanno preso la comunione, costringendo don Marco a rifornirsi di ulteriori particole : «Quei giovani non erano lì da spettatori, solo per un’ora buca ma erano lì, presenti; e hanno scelto anche attraverso la comunione di dare un senso e un valore alla loro partecipazione. Segnale forte. Sarò meno triste quando affronterò questioni di vita amministrativa, sapendo che ci sono giovani così determinati».
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