Cronaca
Martedì 27 Agosto 2013
Impossibile trovare un taxi
L’Erbese guarda al modello Usa
Basta uno smartphone per contattare l’autista più vicino e concordare il prezzo
Camesasca (Confcommercio): «Territorio scoperto, qui da noi servirebbe»
Scarsa copertura dei taxi e necessità di ampliare il servizio, anche in chiave turistica.
A Erba si guarda con interesse al servizio di noleggio con conducente che l’azienda “Uber” sta portando in Italia negli ultimi mesi. La società statunitense sta infatti diffondendo il servizio nelle grandi metropoli Italiane: Uber è sbarcato a Milano all’inizio di marzo e, da maggio, anche a Roma. Si tratta di un’applicazione gratuita, scaricabile sui smartphone e moderne tecnologie di comunicazione: da qui si può accedere e verificare in tempo reale le auto più vicine a disposizione e calcolare il tragitto e un preventivo di costo per il percorso. Il cliente può quindi valutare l’offerta migliore e richiedere il servizio di trasporto. Il prezzo poi viene definitivamente stabilito con il conducente (ma si salsa con carta di credito).
Territorio scoperto dal servizio
Un sistema nuovo, che ha creato non poche diatribe con il mondo dei taxi tradizionali. Per ora il servizio è limitato alle grandi città, dove il turismo e la presenza dei grandi aeroporti nazionali ed internazionali ne incentivano la diffusione, ma anche nell’Erbese si guarda al nuovo servizio come a una possibile risoluzione dell’annoso problema del servizio taxi.
Andrea Camesasca, ex presidente e ora consigliere del Consiglio direttivo Giovani imprenditori della Confcommercio di Como, si dice favorevolissimo al servizio: «Ben venga: dobbiamo metterci in testa che trasporto vuol dire turismo - dice Camesasca, titolare dell’hotel-ristorante Il Corazziere a Merone - L’Erbese presenta serie problematiche: non ho problemi a dire che il territorio è completamente scoperto dal servizio taxi e questa è una grave lacuna, che deve essere risolta. Basti pensare che a volte è successo che per chiamare e fare arrivare un taxi nella zona si è dovuto aspettare due ore».
«Anche questione di sicurezza»
© RIPRODUZIONE RISERVATA