Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 09 Maggio 2015
«Impianti, una legge per abolire l’Imu»
Tavola rotonda ieri a Milano con società di risalita, albergatori, Regione e il presidente della Fisi. Fossati: «Facciamo come in Alto Adige». L’assessore Rossi: «A rischio migliaia di posti di lavoro».
Barricate contro questa Imu. Dalle società degli impianti a fune è arrivato un nuovo allarme per la stabilità del settore. Si è svolta ieri a Milano la tavola rotonda “Strategie e proposte per un sistema montagna di successo”. Al tavolo dei relatori c’erano Antonio Rossi, assessore a Sport e Politiche giovanili di RegioneLombardia, Massimo Fossati, presidente di Anef Lombardia, Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria Alberghi, e Flavio Roda, presidente della Fisi. È stato inevitabile tornare a discutere delle novità che determinano un’esplosione dei costi per le società degli impiantisti nella giornata dell’assemblea dell’associazione che riunisce più dell’80% degli operatori.
A Fossati, in rappresentanza di tutti i colleghi, è toccato il compito di fare il punto della situazione. «La Regione Lombardia ha richiesto al governo italiano di rivedere questa scelta di cambiare categoria agli impianti, cancellando il provvedimento, ma non sarà facile trovare una risposta positiva da Roma - ha spiegato il responsabile degli impianti di Barzio -. Ora puntiamo su una nuova legge che possa definire con chiarezza la situazione: stiamo parlando di trasporti, non di una giostra. O, qualora proprio non fosse possibile, almeno su una soluzione intermedia. Vorremmo perlomeno che si riconosca che non tutto l’impianto di risalita fa parte del computo dell’Imu. Auspichiamo di arrivare, come minimo, a un valore di riferimento analogo a quello che si è definito in Alto Adige, sulla base di un’interpretazione tutto sommato condivisibile da parte dell’Agenzia delle entrate, che determina un aggravio non eccessivo. Noi paghiamo già oggi l’Imu su ristoranti, capannoni e altre strutture. Troviamo assurdo farlo anche per i motori e tutto quello che compone gli impianti».
Ora si punta su una nuova fase di mobilitazione supportata anche dai parlamentari delle zone di montagna. «Noi come impiantisti stiamo cercando di fare le barricate. Prima di tutto vogliamo opporci a questa interpretazione. La Valtellina ne ha già pagato le conseguenze, perché le imprese hanno iniziato a pagare con le nuove regole, mentre buona parte della Lombardia non lo sta facendo perché non c’è ancora stata la richiesta delle sedi locali dell’Agenzia delle entrate. Ma è solo un gap temporale: l’Imu andrà pagata da tutti allo stesso modo».
In Lombardia - regione che dopo molti anni è tornata a ospitare l’iniziativa nazionale - ci sono 28 comprensori sciistici, serviti da circa 260 impianti, che collegano oltre 450 piste, per un totale sciabile di oltre 900 chilometri di piste tra le province di Sondrio, Brescia, Bergamo e Lecco. Anche la Regione, che ha messo a bando fino a 8 milioni di agevolazioni finalizzate alla miglioria, adeguamento e sicurezza degli impianti di risalita con 23 domande ammesse e finanziate, assicura il proprio supporto alla battaglia di Anef.
«Sul tavolo - ha ricordato l’assessore Antonio Rossi - abbiamo ancora il grave problema dell’Imu sugli impianti a fune: un balzello iniquo, che potrebbe essere veramente il colpo di grazia, in quanto il sistema di impianti, al momento, regge ancora con estrema fatica. Come Regione Lombardia ribadiamo di essere al fianco degli impiantisti e faremo tutto ciò che è in nostro potere per tutelare un comparto importante come la montagna, che dà lavoro a migliaia di persone e ci siamo attivati, come assessorato, per una proposta di legge. Regione Lombardia ha espressamente chiesto di provvedere a una modifica della normativa».
Anche il sindacato sostiene le imprese. «Non stiamo parlando di un luna park, ma di trasporti di montagna, che sostengono tutta l’economia locale», ha osservato Giorgio Nana (Cgil), presente all’incontro di Milano.
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