Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 02 Settembre 2014
Il Soccorso alpino
«Non è solo colpa
del maltempo»
Secondo Gianni Zappa, capostazione in Valmasino potrebbe essersi verificata anche una fatalità
Ma aggiunge: «Un plauso a chi è tornato indietro»
«Questi mesi così avari di belle giornate non hanno fatto che alimentare il desiderio di muoversi da parte degli alpinisti. È comprensibile quindi la smania di affrontare un passaggio anche impegnativo in situazioni climatiche non del tutto ideali dopo una stagione “all’asciutto”, ma la tragedia di oggi non è imputabile in modo esclusivo alle condizioni del tempo. Una cresta è una cresta e una nebbia come quella di questa mattina non è così insolita e soprattutto nulla si può contro la fatalità». Gianni Zappa, capostazione del Soccorso alpino della Valmasino anche ieri ha coordinato le operazioni per il recupero dei quattro uomini deceduti sul Disgrazia e trasportati nell’area di atterraggio dell’elisoccorso nel campo base di Filorera.
E anche ieri ha assistito all’ennesimo incidente che si è verificato sulle montagne della valle in questa maledetta estate. «Sicuramente bisogna fare un plauso a chi ha rinunciato a scendere lungo la parete (insieme ai quattro scalatori c’erano altri due alpinisti che sono tornati indietro verso il rifugio Ponti senza affrontare la scalata), in pochi lo fanno quando si arriva sino a lì - dice Zappa -. Occorre rinnovare un appello alla prudenza in situazioni di tempo incerto. Il brutto tempo di oggi non ha giocato a favore degli alpinisti, ma non penso che sia l’unico fattore che ha concorso a questa tragedia: un piede messo male, un pantalone che si impiglia nel rampone fanno parte di quelle fatalità che vanno oltre ogni condizione climatica. La dinamica di quanto successo sul Disgrazia è ancora tutta da verificare, ma credo che la variabile sventura, sfortuna vada tenuta in buon conto».
Per Zappa e i suoi uomini quella di domenica è stata una giornata intensa, lavoro duro, facce tese e sangue freddo sono state la costante di un lungo intervento incominciato dopo le 10 di mattina e concluso alle 15,30. Una domenica tragica per le montagne della Valmasino, che hanno assistito all’epilogo peggiore della scalata sul Disgrazia dove hanno perso la vita quattro alpinisti residenti in comuni della provincia di Monza e Brianza: sono Giuseppe Gritti, 46 anni, di Mezzago; Mauro Mandelli, 46 anni, di Brugherio; Giuseppe Ravanelli, 46 anni, di Monza, e Alberto Peruffo, di 51 anni, di Veduggio con Colzano. I quattro facevano parte di un gruppo di sei scalatori. Due di loro, un uomo e una donna, hanno rinunciato alla discesa dopo avere visto la situazione meteo che non prometteva al bello. «Gli altri hanno proseguito in cordata percorrendo la Via Normale del Disgrazia, nella parte alta, a circa 3.300 metri di quota», spiega Zappa. Gli uomini sono scivolati e precipitati lungo il Canale Schenatti, fino quasi in fondo al ghiacciaio del Disgrazia. Tre di loro sono morti subito, uno è morto poco dopo, a causa delle ferite riportate durante la caduta. Il recupero degli alpinisti è stato tutt’altro che semplice e ha impegnato l’elisoccorso del 118 che ha compiuto una prima ricognizione e altri tentativi di avvicinamento, ma le condizioni meteorologiche non hanno consentito al mezzo di avvicinarsi. Quattro i tecnici della VII Delegazione Valtellina - Valchiavenna del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) che si trovavano già in quota per il servizio di assistenza al Trofeo Kima, insieme agli uomini del Sagf (Soccorso alpino della Guardia di finanza) e ai Carabinieri della Stazione di Ardenno.n
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