Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 23 Giugno 2013
«Il sindaco-esattore
non lo voglio fare»
Il primo cittadino di Mazzo vede la strada dell’unione tra Comuni come l’unica percorribile
«Neanche i soldi per la manutenzione per le strade, ora come ora non credo che mi ricandiderei»
TIRANO Se n’era parlato qualche mese fa in Comunità montana di Tirano, ma ora – dopo che la Regione Lombardia ha approvato una procedura semplificata per la fusione dei Comuni – l’idea di unire alcuni Comuni del Tiranese non è così remota.
Ha rotto le riserve qualche giorno fa il sindaco di Tovo, Gianbattista Pruneri, e ne torna a discutere il sindaco di Mazzo, Clotildo Parigi, che prospetta gli step dell’iter: un passaggio in consiglio comunale con la manifestazione di interesse, la proposta alla Regione, due referendum popolari per esprimere il parere sull’unione e la preferenza sul nome del nuovo ente.
Una realtà di 4mila abitanti
Un procedimento che cinque Comuni del Tiranese (Grosotto, Mazzo, Tovo, Vervio e Lovero) hanno intenzione di seguire per arrivare ad un sindaco unico per una realtà di poco più di 4mila abitanti complessivi, già dalla prossima primavera quando scadrà il mandato delle attuali amministrazioni.
«Personalmente se la situazione amministrativa dovesse rimanere così, farei fatica a pensare di ricandidarmi a sindaco il prossimo anno – afferma Parigi -, perché significa fare il sindaco-esattore della tasse, senza i soldi neppure per le manutenzioni delle strade». La strada dell’unione sembra l’unica percorribile.
«Importante dal punto di vista prettamente economico è il fatto che per tre anni il nuovo Comune sarà esente dal patto di stabilità – annuncia Parigi -. Questo consentirà di usare per gli investimenti gli avanzi di amministrazione. Gli utili dei Comuni fra centraline tasse, insediamenti industriali ci sono, ma non si possono spendere. Il Comune unico avrà, invece, un budget fra gli 800 e i 900mila euro da investire».
Nessun taglio di personale
Anche sul fronte del personale impiegato, il sindaco di Mazzo prospetta che non ci saranno esuberi, ma che tutti gli impiegati saranno per così dire reinvestiti, grazie ad una razionalizzazione e ottimizzazione dei servizi. Ad esempio «ci sarà un solo impiegato che si occupa di ragioneria e ci sarà una sola anagrafe – prosegue il sindaco di Mazzo -, nel contempo però sarà organizzato un vero ufficio tecnico con dipendenti numericamente calibrati per il nuovo bacino di utenza. Potremo istituire l’ufficio tributi che ora manca per cui i Comuni complessivamente spendono 100mila euro all’anno per questo. Il costo con questo cambiamento sarà di 10mila euro, con un risparmio secco di 90mila euro. Anche per i cittadini non sarà percepibile il mutamento visto che, su ogni Comune, rimarrà uno sportello per il pubblico».
Unire le realtà e metterle insieme non può che portare vantaggi, secondo Parigi.
Unico ostacolo potrebbe essere un «certo campanilismo oppure voler difendere il proprio orticello per avere quei piccoli spazi che un piccolo comune può dare». Fa specie che nell’elenco dell’unione di Comuni manchi Sernio, che si trova fra Lovero e il capoluogo Tirano, ma il sindaco di Sernio, Claudio Contessa, non vuole commentare.
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