Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 08 Dicembre 2013
Il latino finisce sulla tavola
Al Pinchetti studio gustoso
Laboratorio culinario per le studentesse del liceo di Scienze Umane - Singolare e apprezzato confronto con i cibi valtellinesi e le calorie
Chi avrebbe mai immaginato che la pastafrolla la si cucinava anche nell’età romana? E che, sempre in età classica, c’era una portata come la terrina di pesce che tanto somiglia a quello che facciamo ai nostri giorni? Per non dire dei dolci casalinghi, amati ieri come oggi.
Lo studio del latino è passato attraverso il cibo al liceo delle Scienze Umane dell’istituto Pinchetti di Tirano dove, coordinate dalla professoressa Angela Chindemi, le studentesse hanno svolto un lavoro molto interessante sfociato in un laboratorio culinario.
Gli studenti hanno prima effettuato raccolta e studio dei cibi latini, in qualche caso tratti dal manuale di gastronomia classica di Marco Gavio Apicio, quello che potrebbe essere considerato un gastronomo nell’epoca romana. Patrizio romano contemporaneo di Tiberio, probabilmente nato intorno al 25 a. C. e vissuto sempre nella Roma imperiale, Apicio era un personaggio singolare e gaudente.
Per gli studenti successivamente il confronto è stato proposto – non prima di un’intervista a nonni e parenti - con i cibi valtellinesi (polenta, torta di grano saraceno, pesteda) e, in onore a due studentesse straniere, con i cibi macedoni e moldavi. Il lavoro multidisciplinare (latino, storia, scienze) ha visto anche affrontare argomenti legati all’importanza di una sana alimentazione, al concetto di “caloria” (quante ragazze controllano avidamente quante calorie contiene uno snack?), al rapporto fra cibo e corpo. Ecco quindi che un mondo e una lingua antica, che morta non è, insieme al suo bagaglio di valori culturali e morali, dal passato è arrivato al presente.
Tutto questo si è concentrato in questa proposta didattica e formativa di interesse. «A tavola si svolgono tutti i migliori riti dell’uomo – commenta a questo proposito la dirigente Francesca Fumagalli -. Il progetto è stato un modo di vivere con competenza attuale lo studio del passato, che ha entusiasmo gli studenti».
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