Cronaca
Venerdì 13 Settembre 2013
Il discorso del sindaco
«Da cittadino vi avrei detto di no»
Bizzozero cita la Costituzione e spiega: «Da cittadini avremmo risolto la questione dicendo che questa riunione va vietata. Ma libertà è garantire la libertà di chi la pensa diversamente»
Il discorso di Claudio Bizzozero in apertura dei lavori del festival Boreal organizzato dall’estrema destra
Sono qui per portarvi un messaggio.
So bene che tutto quello che vi dirò sarà valutato parola per parola, ma anche perché quel che ho da dirvi non è solo il mio pensiero, ma è l’opinione dell’intera amministrazione che qui rappresento e con la quale ho condiviso tutte le scelte che mi hanno portato fin qui.
Questo spazio pubblico è stato concesso in uso per tre giorni e vi è stato comunicato che è a vostra completa disposizione. Voi non eravate tenuti ad accogliermi qui per ascoltare quello che avevo da dire. Non eravate tenuti ma lo avete fatto.
E’ stata una settimana difficoltosa. Questa fatica ci ha portato a fare una cosa che mai avremmo immaginato e cioè ci ha portati a riflettere profondamente su convinzioni che consideravamo indiscutibili. Di fronte alla vostra richiesta da semplici cittadini noi avremmo risolto la questione in poche battute: questa riunione va vietata, perché questa è una di quelle cose su cui non ci sono e non ci possono essere margini di discussioni.
Il fatto di essere amministratori ci ha costretti a riflettere in modo diverso. E questa riflessione noi la vogliamo condividere con voi.
Molte persone non accettano la vostra presenza in questo luogo perché la considerano una provocazione e un oltraggio ai valori fondanti della nostra Repubblica. Queste persone giudicano la nostra decisione di autorizzare l’utilizzo di questo spazio pubblico come una scelta gravissima. E giudicano inoltre la nostra presenza in questa sede come un fatto intollerabile. Noi comprendiamo questi giudizi. Perché sappiamo bene che noi stessi se non ci fossimo trovati nella condizione in cui siamo avremmo probabilmente reagito allo stesso modo. Perché è molto e difficile e faticoso andare incontro a chi è molto diverso da te, a chi tu giudichi addirittura inavvicinabile e perciò anche noi avremmo scelto la via più facile e forse più normale evitandoci questa fatica.
Comprendiamo anche quanto sia altrettanto difficile condividere scelte come quella che abbiamo fatto noi oggi venendo qui, che escono dai binari delle ideologie e degli schemi consolidati. E che in più toccano corde così profonde nell’animo di ciascuno. Ma noi siamo convinti non solo di aver correttamente applicato la nostra Costituzione, cosa che per certi versi già di per sé è rivoluzionario, ma di avere anche fatto in coscienza una scelta giusta e soprattutto coerente con i nostri principi ispiratori.
Siete però ospiti di una città che è orgogliosa di far parte di un Paese che riconquistò la sua libertà al termine di una lunga e sanguinosa guerra civile, nel corso della quale pagammo un prezzo altissimo in termine di vite umane. Questa terribile eredità storica non ci ha consentito, nonostante il trascorrere degli anni, di comprendere un insegnamento che avremmo dovuto trarre. E cioè che non è mai possibile risolvere i contrasti, i conflitti e le differenze di opinione attraverso la tolleranza, l’indisponibilità al dialogo o la contrapposizione violenta. Ma che al contrario le guerre finiscono davvero solo quando si riesce ad affermare nei fatti più che nelle parole la sconvolgente forze rivoluzionaria dell’apertura non violenta che consiste innanzitutto nel riconoscere l’umanità del tuo avversario chiunque esso sia.
La nostra Costituzione nacque dalle macerie fisiche e morali di allora. E proprio per questa sua dolorosa genesi volle darsi un assetto costituzionale nuovo, democratico e repubblicano fondato sui valori intangibili della democrazia, della libertà e della giustizia. Voglio qui citarvi alcuni degli articoli più belli della nostra Costituzione.
L’articolo 2 che costituisce i diritti inviolabili della persona. L’articolo 3 che costituisce il principio della pari opportunità. L’articolo 10 che garantisce il diritto d’asilo. L’articolo 11 contro la guerra. L’articolo 17 che riconosce il diritto di riunione. L’articolo 19 che garantisce il diritto a professare liberamente la propria fede. E l’articolo 21 che afferma che ognuno nel nostro paese ha diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Grazie a questi valori fondamentali che voi tutti siete qui oggi. E potete esprimere le vostre idee a prescindere della condivisione o meno che delle vostre idee hanno le autorità costituite.
Noi siamo convinti che questi valori debbano essere difesi a qualsiasi prezzo. E per questo pur non appartenendo a nessuna delle vostre organizzazioni né condividendo minimamente la cultura, le idee, gli obiettivi politici e la storia a cui voi vi ispirate abbiamo ritenuto nostro preciso dovere di garantire anche a voi come a tutti il diritto di esprimere liberamente il vostro pensiero.
Perché garantire la libertà di chi la pensa come noi è cosa fin troppo facile, mentre è assai più difficile garantire la libertà di chi la pensa in modo differente. Ma proprio questo è il primo dovere della democrazia.
Voglia concludere questo nostro intervento citandovi una frase di Rosa Luxemburg. “La libertà riservata ai soli partigiani del governo, ai soli membri di un partito unico per numerosi che possano essere non è libertà. La libertà è sempre solo e soltanto libertà di chi la pensa in modo differente. Perché tutto ciò che vi è di educativo, di salutare e di purificatore nella libertà politica dipende da questa condizione fondamentale”.
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