Cronaca / Lecco città
Giovedì 08 Maggio 2014
Il congresso della Cgil
Lecco vota per la Camusso
Al congresso nazionale della Cgil, Susanna Camusso ha stravinto, anche con i voti dei quattro delegati lecchesi
Al congresso nazionale della Cgil, Susanna Camusso ha stravinto, anche con i voti dei quattro lecchesi Wolfango Pirelli, segretario generale, Sergio Pomari, a capo dei pensionati, Rita Viganò anche lei dello Spi, e Lorena Panzeri, responsabile del comparto tessile.
Ma è sicuro che nei prossimi due anni all’interno della Camera del lavoro ci saranno parecchie questioni da affrontare, perché Maurizio Landini con 110 voti, sul totale di 900, farà valere i punti della sua lista alternativa che si scontra con alcune posizioni del numero uno. E a livello locale cambierà qualcosa? «Il terreno di scontro è stato l’accordo sulla rappresentanza, che la Camusso ha detto che resta in vigore e che al massimo le categorie possono cercare di migliorare», spiega Pirelli. Proprio la rappresentanza nei luoghi di lavoro è stato il fulcro della frattura fra Camusso e Landini, che si è aggravato in questi mesi perché diversi sono gli obiettivi e i modi per raggiungere un sistema sindacale più attento e democratico.
Per la Fiom di Lecco, la maggiore categoria, dopo lo Spi, della provincia, non c’era nessuno, ma Mirco Rota, segretario regionale della Fiom racconta che: «La Fiom, starà all’interno della Cgil facendo pesare la sua voce e il suo pensiero». Insomma, non sarà una convivenza semplice, anche se sul territorio le due anime del sindacato hanno sempre convissuto pacificamente. «Ritengo che nei principi gli obiettivi siano comuni, forse bisognerà lavorare un po’ rispetto alla linea da mantenere verso il Governo», commenta Pirelli, che segnala come l’atteggiamento nei confronti di Renzi, capo del governo sempre piuttosto critico verso il sindacato, dovrà essere affinato.
Quello che si è appena concluso passerà alla storia come il congresso della Cgil in cui più di ogni altra si è evocata la parola “democrazia”, in cui ci si è avvolti e nascosti dietro la bandiera della democrazia per sferrare attacchi a nemici più o meno storici. Camusso con il suo allarme alla «torsione democratica» messa in atto dal governo, Maurizio Landini che accusa di opacità democratica la stessa Camusso e chiede di «ricostruire una casa di vetro trasparente non solo sui bilanci ma anche sulle spese, sulle decisioni fino ad avere un codice etico sul comportamento».
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