Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 23 Giugno 2015
Il Comune proprio non si rassegna
«Non vogliamo la cava nel Ranée»
Inviate alla Provincia le osservazioni al progetto, chiesto lo stralcio dell’area «Il paesaggio sarebbe compromesso e verrebbe a trovarsi poco lontano dalle abitazioni»
I campi nella piana del Ranée a Bianzone, coltivati a mais, patate o foraggio, sono rigogliosi in questi giorni, ma continua ad esserci il timore che, da un giorno all’altro, arrivino gli escavatori per estrarre ghiaia e sabbia per il settore edile. Il Comune di Bianzone, allineandosi con le posizioni del comitato per la tutela e valorizzazione della piana lungo l’Adda, ha inviato le proprie osservazioni alla Provincia chiedendo lo stralcio di quest’area dal piano cave, come già avvenuto per altri ambiti estrattivi dopo le richieste avanzate dai Comuni interessati.
Numerosi gli argomenti che l’amministrazione comunale ha avanzato per motivare il proprio no alla cava. Innanzitutto, «il Raneé ricade all’interno di un’area individuata dal Pgt come area agricola di salvaguardia – spiega il vicesindaco, Silvia Polinelli -, si trova in prossimità del fiume Adda ed è, inoltre, inserito nell’Ecomuseo delle terrazze retiche di Bianzone, riconosciuto da Regione Lombardia al Comune per l’eccezionale qualità paesaggistica del suo intero territorio».
«Il Comune di Bianzone investe ingenti risorse per valorizzare il proprio territorio, anche dal punto di vista turistico, promuovendo le bellezze naturali e di paesaggio, che sarebbero estremamente compresse dalla presenza dell’ambito estrattivo. Anche le coltivazioni agricole di pregio presenti nell’area del Ranée ne risulterebbero compromesse».
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