Cronaca / Lecco città
Giovedì 03 Aprile 2014
IL CLAN TROVATO
PUNTAVA SUL TERZO POLO
Dalle intercettazioni emerge che parlavano di Giovanardi, Mastella, Lombardo e Miccichè
«Ma questo Micciché, tu non hai rapporti? Io sì! Se vuoi possiamo interloquire con lui, eh!».
Così parlava, nell’ottobre del 2011, il consigliere comunale di Lecco, Ernesto Palermo - finito in carcere ieri per associazione mafiosa nell’inchiesta sulla cosca della ’ndrangheta dei Trovato - con l’ex assessore provinciale milanese Antonio Oliverio in una delle tante telefonate intercettate che dimostrerebbero l’interesse di trovare «contatti politici» in quelli che lo stesso Palermo definisce «movimenti nuovi (...) che possono avere un minimo di visibilità (...) che ce la possono dare anche a noi!» Nella parte della richiesta di custodia cautelare, firmata dai pm della Dda di Milano Claudio Gittardi e Bruna Albertini, relativa ai «contatti con esponenti politici».
Palermo ed altri intercettati, tra cui Oliverio (non è indagato), parlano, oltre che dell’ex sottosegretario e leader del ’Grande Sud’ Gianfranco Micciché, anche del senatore Carlo Giovanardi, dell’ex ministro Clemente Mastella, dell’ex Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo e dell’ex Governatore della Calabria, Agazio Loiero.
Non ci sono intercettazioni a loro carico e non sono in alcun modo coinvolti nell’inchiesta.
In una telefonata dell’11 gennaio 2012, ad esempio, Oliverio parla con Palermo dicendo, come riassumono gli investigatori, che c’è una grande possibilità e dovranno parlarne insieme, sempre che il Terzo Polo diventi una cosa vera». Nel marzo del 2011, tra l’altro, Palermo si sarebbe dato da fare per offrire un pacchetto di voti (circa 2mila voti tra lui e Oliverio, scrivono i pm) per l’ex assessore comunale milanese Mariolina Moioli, attraverso Silvia Ghezzi «esponente politico lecchese».
In cambio, avrebbe chiesto «appoggio elettorale con raccolta di voti in favore della sorella Palermo Fiorella, candidata alle elezioni comunali di Cosenza» e che poi non sarà eletta. In una telefonata del 27 aprile 2011 Palermo parla con Ghezzi e le chiede - scrivono i pm - se lei scende con il ministro Giovanardi» a Cosenza e «fa riferimento al pagamento di un aperitivo al ministro ed a 500 voti che lui può blindare» . In un’altra intercettazione del 4 maggio 2011 Ernesto rassicura la sorella Fiorella: «Tienitelo per te, sto barattando da qua direttamente con Giovanardi!»
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