Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 03 Luglio 2013
Idrocarburi nella cava di sabbia
Sospesi i lavori, avviate le analisi
La Forestale ha bloccato le opere di ritombamento del sito per verificare il terreno
I sassi inquinati vengono da un cantiere della Valmadrera, ma non c’è allarme
Stop alla cava di ghiaia e sabbia a Bolgia: i controlli del corpo forestale dello Stato individuano la presenza di circa 50 metri cubi di materiale inquinato da idrocarburi utilizzato per il ritombamento dell’area di cantiere ( usato cioè per il ripristino ambientale che segue all’attività estrattiva) .
Il terreno è di proprietà dell’azienda Fiorida di Mantello, che nel 2010 ha ricevuto il via libera della Provincia, all’interno del piano cave, per l’attività estrattiva, il cui materiale era in parte destinato alla nuova superstrada: il sottofondo stradale della nuova 38, però, non è intaccato da questi rifiuti che sono stati depositati a Bolgia per il riempimento dell’area in una fase successiva all’estrazione . La cava è gestita interamente dalla ditta Valena Costruzioni di Mantello, mentre il direttore responsabile è Luciano Leusciatti .
Secondo quanto riferito dal comandante provinciale del Corpo forestale, Andrea Turco, ora si attendono le analisi a diversa quota sul terreno per capire se le rocce e la terra depositati in cumuli sul terreno abbiano o meno inquinato il sottosuolo e quindi se sia necessario procedere alla bonifica completa dell’area di cava o se sia sufficiente asportare da Bolgia il terriccio inquinato.
I tecnici evitano di parlare di allarme per via della presenza nell’area di Bolgia di terra e rocce di buona tenuta. I forestali hanno riferito il caso, come prevede la legge, al Comune di Cosio Valtellino, che ha emanato l’ordinanza di immediata sospensione dell’attività di cava e alle autorità giudiziarie competenti che si stanno occupando delle indagini.
Nello specifico i «rifiuti contenenti materiale pericoloso», cioè il materiale roccioso con presenza di idrocarburi, individuato nella cava è stato trasportato nella cava Valena da una ditta talamonese che ha estratto il materiale in un cantiere - dove si stanno realizzando delle opere di arginatura - nel comune di Valmadrera in provincia di Lecco. Qui l’attività estrattiva è stata effettuata in prossimità di una roggia e vicino a una zona dove sono presenti insediamenti artigianali del settore meccanico: le acque meteoriche hanno probabilmente intaccato il materiale poi trasportato in Valtellina.
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