Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 15 Marzo 2015
Gli organici “liberi” piacciono ai dirigenti
Preferisce rimanere con i piedi per terra e reclama concretezza per il pianeta istruzione provinciale Massimo Celesti, dirigente dell’Itis Mattei di Sondrio che analizza le prime novità contenute nel disegno di legge sulla scuola
«Sulla carta le intenzioni sembrano buone, ma quel che interessa a noi è il lato operativo di questa riforma della scuola».
Preferisce rimanere con i piedi per terra e reclama concretezza per il pianeta istruzione provinciale Massimo Celesti, dirigente scolastico dell’Itis Mattei di Sondrio che analizza le prime novità contenute nel disegno di legge approvato giovedì sera in Consiglio dei ministri.
«Si sa che enunciare è semplice, ma bisogna capire come si riesce poi a mettere in opera questa riforma voluta dal governo Renzi, anche perché non è sempre semplice far funzionare un meccanismo tanto delicato quanto intricato come quello scolastico, che tra l’altro – pone l’accento il preside dell’istituto tecnico industriale - ha tempi stretti».
Indubbiamente positiva secondo Celesti, «la scomparsa delle cosiddette “classi pollaio”: ripeto, come concetto è interessante, in quanto si lascerebbe a noi dirigenti la possibilità di usare l’organico in modo flessibile, decidendo l’assegnazione degli insegnanti sulla base delle necessità di ogni scuola». Altrettanto positiva, l’introduzione del merito e della premialità degli insegnanti, con il bonus delle eccellenze, per il quale saranno stanziati 200 milioni all’anno per tutte le scuole, a partire dal 2016. «Della valutazione degli insegnanti se ne parla da anni: finalmente si contempla il merito nella riforma, ma vorrei ricordare che su questo punto sono già caduti diversi governi» rammenta Celesti. In sostanza, secondo il ddl, ogni anno il dirigente scolastico, dopo essersi confrontato con il Consiglio di istituto – massimo organismo che decide all’interno di ogni scuola -, potrà assegnare questo bonus al 5% dei suoi insegnanti per premiare chi si è distinto: «Ben venga - prosegue -, ma in cambio cosa avremo da offrire: di quanto si potrà riconoscere non si parla. E poi, altro punto di criticità: nell’ipotesi di una scuola con uno staff insegnanti bravi e meritevoli, che supera quota 5%, come ci si dovrà comportare?» l’altro quesito che mette sul tappeto aggiungendo ulteriori considerazioni al riguardo. «Credo che in un processo di valutazione del genere l’oggettività sia pressoché impossibile e, secondo me, anche fissare una percentuale è assolutamente assurdo oppure dobbiamo arrivare a stilare una classifica tra docenti bravi e meno bravi? Potrebbe essere rischioso e generare malumori tra il personale».
Anche sull’autonomia lasciata ai presidi di scegliere i docenti di cui hanno bisogno, esprime perplessità: «Si parla di albi territoriali che saranno formati dagli uffici scolastici regionali: ma su quali leve dovremo far conto. E se un insegnante potesse avere più di un’offerta? Cosa succederà: vince il preside che arriva primo?» ironizza il dirigente del Mattei.
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