Cronaca / Lecco città
Venerdì 22 Maggio 2015
Gli artigiani e il fisco
«Necessaria più equità»
Estetisti e parrucchieri: incontro in via Galilei
«I rapporti con l’Agenzia delle entrate siano collaborativi»
Lunedì alle 17, gli artigiani del settore “benessere” (parrucchieri ed estetisti) iscritti a Confartigianato si riuniranno con i dirigenti dell’associazione e con il presidente della categoria, Dante Proserpio, per affrontare per la prima volta insieme un nuovo corso che l’associazione da tempo sta tentando di dare al rapporto con l’Agenzia delle entrate.
Lo vogliono fare perché, ci spiegano, considerano ingiusti i criteri con cui l’agenzia fa i propri accertamenti antievasione fiscale che spesso approdano a un «accertamento con adesione», in sostanza un patteggiamento accettato dalla maggioranza ma con un fronte di insofferenza in crescita, visto che a Lecco non sono rari i ricorsi finiti davanti alla commissione tributaria regionale per chiedere la totale estinzione della cifra pretesa dal fisco.
A grandi linee, quando viene notificato l’accertamento l’impresa può decidere se pagare o fare subito ricorso. Ma c’è una via di mezzo perché può andare a discutere in Agenzia portando le proprie motivazioni è l’accertamento con adesione in seguito al quale la pretesa del fisco spesso si abbassa rispetto a quella iniziale.
«Così – dice il responsabile finanziario di Confartigianato Armando Dragoni – la maggior parte paga in genere con una riduzione del 50%, ma altri ne fanno una questione di principio. Si tratta di circa il 10% degli accertati e fra loro c’è chi ha vinto e chi ha perso».
L’incontro di lunedì non arriva, sottolineano in associazione, sull’onda di un’emergenza che pure negli ultimi due anni ha coinvolto nelle verifiche un centinaio di aziende (sulle 300 iscritte nell’intera provincia), bensì e un appuntamento che, dice Proserpio, ora «ha lo scopo di analizzare l’accaduto alla luce delle esperienza dei nostri iscritti e di decidere nuove strategie in difesa dei diritti della categoria».
«Ciò che vogliamo – dice Dragoni – è porre l’associazione come interlocutore qualificato in base a ciò che dice lo Statuto del contribuente secondo cui i rapporti con la pubblica amministrazione devono essere improntati su collaborazione e buona fede. Vogliamo un buon dialogo preventivo affinché l’Agenzia delle entrate applichi un fisco equo e giusto e non metta gli imprenditori contribuenti in condizione di chiudere le loro aziende».
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