Cronaca / Lecco città
Mercoledì 17 Giugno 2015
Gli artigiani bravi pagatori
Insolvenza minima
Bilancio positivo quello della Cooperativa di garanzia
«Concesso l’accesso al credito nonostante la crisi»
Gli artigiani si confermano buoni pagatori dei loro debiti verso le banche. Secondo i dati della “Cooperativa artigiana di garanzia”, in questi ultimi tre anni, nel pieno di una crisi epocale, il tasso di insolvenza delle imprese che hanno ottenuto credito bancario controgarantito al 50% dalla cooperativa è rimasto pari allo 0,36%, l’identico tasso medio registrato in oltre mezzo secolo da quando, nel 1962, la cooperativa è stata fondata.
I dati sono forniti da Mario Ballabio, responsabile dell’ufficio credito di Confartigianato e riferimento storico dei rapporti fra banche e imprese in associazione, e commentati dal presidente uscente della cooperativa, Fabio Bartesaghi, alla vigilia dell’assemblea che il prossimo 29 giugno voterà il rinnovo del consiglio di amministrazione che resterà in carica fino al 2017.
Nei dati principali, nel triennio 2012-2015 la cooperativa ha chiuso con 976 richieste di finanziamenti erogati per un totale di circa 47 milioni di euro. Di questi, 31,5 milioni sono andati a coprire i bisogni di liquidità delle pmi e 10,5 milioni sono stati destinati a investimenti. A beneficiarne, soprattutto imprese di minuterie metalliche, di edilizia e di legno-arredo.
«Nonostante la crisi siamo riusciti a permettere l’accesso al credito – spiega Bartesaghi – alle imprese associate, sia artigiane sia provenienti da altri settori. Non ultimo – aggiunge – i dati ci dicono che chi diventa socio della cooperativa poi si iscrive anche a Confartigianato per l’utilizzo dei servizi».
L’incremento delle garanzie e l’alto tasso di solvibilità delle imprese sono, afferma Bartesaghi, «due ragioni di orgoglio per la nostra attività».
E lo sono tantopiù alla luce della convinzione di Bartesaghi, che ha alle spalle una vita trascorsa nella cooperazione, secondo cui la scelta di mantenere la cooperativa nel perimetro del cosiddetto “regime 106”, quello dei Confidi non vigilati al contrario del “107”) dalla Banca d’Italia resta un punto di forza che assicura agli iscritti vicinanza territoriale e più personalizzazione nel valutare il merito di credito. «Quando, raramente, le richieste superano le possibilità di garanzia che possiamo dare come cooperativa – aggiunge Bartesaghi – collaboriamo col nostro consorzio regionale in regime di 107, ma correre dietro alle realtà luccicanti non è roba da artigiani. Noi, a fronte di un finanziamento di 500.000 euro in 5 anni, chiediamo l’adesione al fondo di garanzia con una quota fissa dell’1,75%. Col 107 si arriva a una quota di 6 volte maggiore. Operando in prima persona sappiamo quel che facciamo e abbiamo il controllo della situazione».
Sulla bassa insolvenza aggiunge che «secondo alcuni analisti di banche del nostro territorio, la nostra storica media dello 0,36% avrebbe dovuto subire un tracollo in tempi di crisi. Invece ha tenuto, e non certo perché respingiamo le pratiche, visto che abbiamo detto no solo a 5 richieste in 3 anni».
Bartesaghi sottolinea l’autonomia della cooperativa rispetto all’associazione con cui, pure, una simbiosi esiste da sempre: «Questa operatività positiva non solo in termini di mutualità e di associazionismo ci ha permesso di dare un significativo contributo al buon andamento di Confartigianato Lecco».
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