Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 15 Giugno 2013
Giovani, cresce l’emergenza lavoro
Disoccupazione record al 17%
Presentato un quadro a tinte fosche per il territorio della provincia di Sondrio
E le aziende continuano a non trovare i profili professionali di cui hanno bisogno
Giovani: anche in provincia di Sondrio scatta l’allarme emergenza lavoro. Il tasso di disoccupazione giovanile cresce da due-tre anni e oggi è arrivato a toccare il record negativo del 16,7%. Non solo: in Valtellina e Valchiavenna l’indice di vecchiaia è il più alto tra quello di tutte le province lombarde, un fenomeno rispetto ad altre zone della regione, legato soprattutto a una presenza inferiore di immigrati rispetto alle altre realtà lombarde. Se a questi dati si aggiunge la difficoltà delle imprese di trovare figure professionali adatte al loro fabbisogno di profili, e visto che spesso i percorsi di formazione non coincidono proprio con le richieste del mercato del lavoro si capisce come in Valtellina e Valchiavenna permangono le condizioni di difficoltà economica e queste si facciano sentire e vangano “pagate” soprattutto dai giovani.
Il quadro è veramente di preoccupazione, dipinto con tinte che diventano sempre più fosche. Il tasso di disoccupazione giovanile nel 2012 era del 16,7%: solo in apparenza un calo rispetto al 17,3% del 2011, visto che i residenti di età compresa tra i 15 e i 29 anni sono diminuiti negli stessi 12 mesi dell’1,7%, quindi la disoccupazione, in termini reali è incrementata dell’1%.
Sempre in provincia di Sondrio, come ha sottolineato Enzo Rodeschini, direttore operativo di Unioncamere Lombardia, «sprechiamo giovani, che sono anche pochi». A fronte, infatti, di 132 persone in età di uscita da lavoro ce ne sono solo 100 in entrata e il tasso di vecchiaia in provincia è il più alto di tutta la Lombardia. Questo anche perché i nati da immigrati sono solo il 10,3% del totale (22,1% in Lombardia) e la popolazione di immigrati è del 4,3% del totale, meno della metà del 9,8% che si registra a livello regionale.
Quasi paradossalmente, però, il tasso di attività dei giovani in provincia di Sondrio è del 59%, contro una media regionale del 50%. «Forse perché - ha evidenziato Rodeschini - c’è una migliore situazione economica o più probabilmente perché studiano di meno». Così su 100 ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni 49 lavorano, 10 sono disoccupati e 41 studiano (oppure né studiano né lavorano).
E relativamente allo studio, la Giornata dell’Economia ha permesso di mettere in evidenza altri dati in contrapposizione con la realtà del territorio: in Italia solo il 20% dei giovani tra i 25 e i 34 anni è laureato contro percentuali più che doppie in Usa, Giappone, Francia e Gran Bretagna. Inoltre, in Lombardia i laureati costituiscono solo il 18,9% del totale degli occupati contro una media europea del 31%.
Questa situazione complicata si innesta su un contesto economico già molto fortemente penalizzato dalla crisi: in provincia di Sondrio si sono ridotte nel 2012 le imprese del settore manifatturiero (-4,6%), delle costruzioni (-3,8%) e del commercio (-3,8%).
La disoccupazione è arrivata all’8,9%, dato più alto tra tutte le realtà dell’arco alpino e tra tutte le province lombarde e le ore di cassa integrazione sono salite del 51,8% rispetto ai 12 mesi precedenti.
In controtendenza il settore del turismo, con le imprese aumentate dello 0,8% nonostante il calo delle presenze sia degli italiani (-5%) sia degli stranieri (-2,3%), e quello dell’export, con il commercio con l’estero che ha fatto segnare un incremento del 7%. Il giro d’affari è aumentato del 139% attestandosi sui 190 milioni di euro. In calo, invece, le importazioni (-16%) che la provincia di Sondrio intrattiene specialmente con Germania, Olanda e Polonia.
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