Cronaca / Valchiavenna
Domenica 22 Settembre 2013
Frisia, sì alla Cigs
Un sospiro di sollievo
«Ma è il minimo»
Da mesi i diciassette dipendenti aspettavano la soluzione di questo primo passaggio. Per un anno, dallo scorso inverno, ora c’è la garanzia di potere contare su un assegno mensile
«Buone nuove da Roma, approvata la Cigs di Frisia... Brindo con un buon bicchiere di acqua della Valle Aurosina !!!».
È bastato leggere il profilo di Facebook di Mirko Dolzadelli, giovedì sera, per tirare un primo sospiro di sollievo sul fronte della fabbrica di acque minerali di Santa Croce di Piuro.
Da mesi i diciassette dipendenti aspettavano la soluzione di questo primo passaggio. Per un anno, dallo scorso inverno, ora c’è la garanzia di potere contare su un assegno mensile.
Domani gli operai torneranno davanti all’ingresso dello stabilimento per il presidio che va avanti da mesi. La certezza di avere il sostegno della cigs permette di allontanare l’incubo di restare senza alcuna entrata, ma evidentemente non è sufficiente per dare tranquillità ai diretti interessati.
«Ora non vorrei che si dica che con l’approvazione della cassa tutto è a posto – sottolinea Mirko Pedeferri, delegato della Fai-Cisl -. La cassa è il minimo per poter vivere. Ora ci aspettano altri passaggi importanti». Pedeferri si riferisce soprattutto all’udienza relativa al concordato preventivo, in programma per il 15 ottobre.
«Non è facile esprimere un parere sulla soluzione migliore – prosegue il giovane operaio di San Giacomo Filippo -. Concordato o fallimento, non sappiamo come andrà a finire ma possiamo dire che le priorità sono due. In primo luogo è necessario avere delle certezze sui salari arretrati. Poi, e questo in una prospettiva di lungo termine è il fattore cruciale, vorremmo ricevere notizie incoraggianti sul futuro della fabbrica. L’approvazione della cassa è soltanto il punto di partenza, vogliamo tornare a Santa Croce a timbrare il cartellino e lavorare».
Anche nella recente analisi della Flai-Cgil, che due giorni fa ha visto riuniti i delegati a Teglio nella riunione del direttivo regionale, si è parlato di Frisia. «Di questa vicenda si è detto tutto – è il punto di vista di Vittorio Boscacci -. Purtroppo quello che manca è una soluzione capace di garantire un futuro allo stabilimento».
La firma della cassa è certa, insomma, ma per il futuro produttivo non ci sono buone notizie. Con il passare dei mesi, la situazione diventa sempre più complicata. Per fare ripartire lo stabilimento servirebbero risorse ingenti. Forse troppe anche per una cordata locale di imprenditori. n S. Bar.
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