Cronaca / Lecco città
Giovedì 07 Agosto 2014
Estimi, un aumento del 58%
Lecco resterà sotto la media
Secondo le stime sulla revisione degli estimi catastali, a Lecco l’aumento si potrebbe aggirare intorno ad un +58%, quindi al di sotto della media nazionale
Secondo le stime sulla revisione degli estimi catastali, a Lecco l’aumento si potrebbe aggirare intorno ad un +58%, quindi al di sotto della media nazionale.
Sono state diffuse nei giorni scorsi le prime stime sulle modifiche degli estimi catastali che saranno nei prossimi mesi al centro di una revisione attesa da anni. Tanti i nuovi parametri che verranno introdotti, tutti con l’obiettivo (almeno dichiarato) di riuscire ad ottenere una maggiore equità nelle rendite, oggi troppo lontane dai reali valori di mercato degli immobili. Stando alle prime percentuali calcolate, gli aggiornamenti a livello nazionale dovrebbero registrare un 68% medio di aumento, con picchi soprattutto nelle grandi città.
Stringendo il cerchio alla sola regione Lombardia, città come Milano, Brescia e Sondrio dovrebbero toccare quota +120%, mentre l’aumento più contenuto sarebbe quello di Mantova con un +39%.
Come scritto sopra, a Lecco l’aumento si potrebbe aggirare intono ad un +58%. Nonostante si tratti solo di prime stime, alcune chiare indicazioni sulle linee guida che il Governo intende seguire sono comunque individuabili fin d’ora: «Stando a queste prime stime – sottolinea l’assessore al bilancio del Comune di Lecco, Elisa Corti - avranno una valutazione più alta i comuni che attualmente hanno gli estimi più bassi: Lecco non è tra questi. Pare chiara al momento la volontà di mantenere invariato il gettito, quindi dovrebbero diminuire le aliquote». In attesa di vedere come queste ipotesi di modifica si concretizzeranno, rimane comunque positivo il giudizio sulla decisione di rivedere i criteri di calcolo.
«Una revisione degli estimi catastali basata su una maggior equità è utile e auspicabile - conclude Elisa Corti -. Ben venga l’introduzione di criteri come la valutazione dei metri quadrati degli immobili al posto dei vani e la divisione delle città in più zone».
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