Esibizionismi e sfottò anonimi «In rete c’è un branco virtuale»

L’allarme di educatori e sindaci dopo i video e gli autoscatti “hot” messi on line

Sistemi di messaggistica e siti amplificano episodi di bullismo. «Effetti devastanti»

Chiavenna

Scatti e video a luci rosse autoprodotti in bagno o in cameretta con uno smartphone e poi “postati” su WhatsApp e su Facebook.

Il video più diffuso delle ultime settimane è di un’adolescente, gettonatissimo fra i teenager della Valle della Mera. In bagno, la giovanissima piazza lo smartphone e si riprende nuda. Ma si sono fatte valere con video osè anche altre sue coetanee e sui cellulari dei minorenni della zona ne sono girati, negli ultimi mesi, anche altri, in particolare a Novate, Verceia, Chiavenna e Prata Camportaccio.

Secondo quanto raccontato da alcuni genitori, la spiegazione dei ragazzi che si trovano fra le mani questi contenuti è chiara: a volte sono le dirette interessate a farle girare «per farsi pubblicità», in altri casi «qualche infame le diffonde senza il permesso».

La rete amplifica

WhatsApp viene utilizzato anche per delle vere e proprie ritorsioni contro gli autori di presunti torti. In alcune occasioni nelle scuole della zona di sono verificati casi molto preoccupanti.

La dinamica è piuttosto semplice. Uno studente decide di prendere di mira un compagno soffermandosi su un comportamento sgradito – ad esempio nel caso del rivale in amore – oppure su caratteristiche fisiche. A una studentessa di Chiavenna è bastato qualche chilo di troppo, solo per citare un esempio fra i molti registrati, per ricevere decine e decine di messaggi carichi di insulti. Il branco è virtuale, ma le conseguenze, per un’adolescente, possono essere reali e pesantissime.

Allarme educativo

L’allarme lanciato dalla Garibaldi, una scuola attenta a queste tematiche, ha raccolto l’attenzione delle istituzioni. Alcuni sindaci della Valchiavenna, in particolare quelli più giovani, hanno un profilo Facebook e qualcuno ha raccolto di persona segnalazioni relative a situazioni di questo tipo.

«Ci sono tante belle opportunità grazie a queste nuove tecnologie, ma bisogna guardare anche l’altro lato della medaglia – spiega il primo cittadino di Verceia Flavio Oregioni -. Sono strumenti pericolosi quando vengono usati per offendere o per diffondere immagini inappropriate. Il livello peggiore sono tutti questi materiali che dilagano sui social network e vengono usati per rendere pubblici contenuti e vicende che dovrebbero restare nella sfera privata. La diffusione di queste fotografie e di questi video rappresenta un uso distorto di questi strumenti, con conseguenze rilevanti a livello sociale e in alcuni casi anche penale. Credo che gli educatori siano chiamati a conoscere questi pericoli e a dedicare un’adeguata attenzione all’utilizzo di questi strumenti da parte dei giovanissimi utenti».

Domande piccanti

Ma non ci sono soltanto gli show a luci rosse: ci sono anche le domande sui forum dedicati ai giovanissimi.

In pratica si tratta di social network sui quali anche utenti anonimi – quindi a differenza di Facebook non è indispensabile un profilo – possono esprimere il proprio punto di vista o fare delle proposte senza particolari filtri.

Spesso le uscite anonime sono molto esplicite, sia nel lessico, sia nei contenuti, e non mancano i casi di sfottò o ingiurie, anche molto pesanti. n

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