Cronaca / Merate e Casatese
Venerdì 19 Dicembre 2014
Era uno dei ladri acrobati
Morto cadendo da un pluviale
È morto ieri all’ospedale Manzoni di Lecco, dopo due mesi e mezzo di agonia, Pjeter Tuci, il ragazzo albanese di 21 anni che il 3 ottobre era caduto da un palazzo di Mapello, in provincia di Bergamo, mentre tentava un furto
È morto ieri all’ospedale Manzoni di Lecco, dopo due mesi e mezzo di agonia, Pjeter Tuci, il ragazzo albanese di 21 anni che il 3 ottobre era caduto da un palazzo di Mapello, in provincia di Bergamo, mentre tentava un furto.
Fin da subito le sue condizioni erano apparse gravissime: ricoverato in coma vegetativo, lunedì i medici hanno tentato un disperato intervento chirurgico ma non c’è stato nulla da fare. Il ragazzo si è spento l’altro pomeriggio e la salma è stata composta nella camera mortuaria dell’ospedale a disposizione dei familiari.
Pjeter Tuci, con una lunga sfilza di precedenti penali, era domiciliato a Osio Sotto ma di fatto era senza fissa dimora. Non aveva parenti in Italia tranne uno zio, Gjovalin Gjoka, 36 anni di Pozzuolo Martesana, arrestato lunedì scorso insieme ad altri cinque connazionali accusati di essere gli autori di almeno 13 spaccate ai bar nelle province di Bergamo, Lecco, Monza, Cremona e Lodi (altri sei albanesi sono ricercati).
Anche Tuci, secondo i carabinieri di Merate, avrebbe fatto parte della banda. Il 3 ottobre scorso insieme a due complici aveva tentato di introdursi in un appartamento al terzo piano di un condominio in via Scotti 31, a Mapello. Tuci si era arrampicato sul pluviale ma, una volta arrivato in cima, si era aggrappato al davanzale e il pezzo di muratura si era sbriciolato, facendolo precipitare da un’altezza di circa 12 metri. Tuci era stato trasferito in Rianimazione all’ospedale Manzoni di Lecco mentre i complici avevano bruciato l’auto – una Mercedes Classe A rubata a Zingonia due giorni prima – in un campo di Spirano, nel tentativo di far sparire ogni traccia.
I carabinieri però erano già riusciti a risalire al gruppo con un’indagine iniziata quest’estate dopo un furto al bar «Pit-Stop» di Paderno d’Adda. Le telecamere avevano ripreso un autocarro rubato, utilizzato dai ladri come secondo veicolo per la fuga. Seguendo gli spostamenti di questo mezzo gli inquirenti sono risaliti anche ai veicoli «puliti» utilizzati dai presunti autori dei furti. Intercettazioni, video e gps hanno fatto il resto. Tra i colpi di cui sono accusati anche la rapina al bar Central di Mapello del 4 settembre, il furto al Caffé del Portico di Fara Gera d’Adda del 5 settembre e quelli al Bar Pegaso e allo Zoom Café di Calusco.
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