Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 27 Settembre 2013
Ente unico: rivoluzione
del voto con il «sì»
In vista della fusione a cinque allo studio in Valchiavenna i meccanismi per garantire rappresentatività
Ormai è ufficiale. Se l’esito del referendum che si terrà il 1 dicembre sarà positivo la prossima tornata elettorale, prevista per la primavera del 2014, sarà caratterizzata da un vero e proprio tsunami per quanto riguarda liste e candidati sindaci.
Scompariranno, infatti, le municipalità dei comuni coinvolti (Chiavenna, Gordona, Menarola, Mese e Gordona) e si voterà per un solo consiglio comunale, composto da 16 membri, e per un solo sindaco.
Una vera e propria rivoluzione rispetto alle abitudini elettorali dei cittadini che, l’anno prossimo, saranno forse chiamati a scegliere il primo cittadino del comune che, se nascerà, si chiamerà verosimilmente “Valchiavenna”.
Nel caso in cui tutto dovesse andare in porto le questioni grosse dal punto di vista tecnico-amministrativo saranno due. La prima sarà quella di trovare un meccanismo per cui in senso al consiglio comunale venturo tutti e cinque i comuni abbiano una rappresentanza. E per i giochi di preferenze non è affatto detto che accada in caso di mancanza di meccanismi correttivi.
La seconda questione è quella del pro-sindaco, una figura prevista come possibilità dalla legge. Una sorta di consulente eletto, ma non retribuito, con compiti specifici a livello territoriale.
Questi aspetti, e altri ovviamente, saranno oggetto della trattativa tra i comuni, con il coinvolgimento delle minoranze che si sono espresse favorevolmente al progetto, già partita. Ovviamente il progetto di Statuto, nel caso in cui il referendum dovesse vedere la vittoria del No, sarà rimesso in un cassetto. In attesa di tempi migliori.
L’obiettivo di lungo termine dei cinque comuni promotori, infatti, è stato più volte sottolineato: arrivare al comune unico di Valchiavenna con il coinvolgimento di tutte e tredici le municipalità esistenti attualmente.
Nel caso in cui il referendum dovesse andare in porto il comune unico, dopo la deliberazione, il cui esito sarebbe a quel punto abbastanza scontato, della Regione Lombardia, sarà realtà. E a quel punto si aprirebbero anche discorsi di tipo più politico. Cioè come far nascere le liste, scegliere i candidati sindaco e su che basi.
Qui bisognerà fare i conti obbligatoriamente con i sindaci uscenti. Per il momento c’è il no a qualsiasi ipotesi di ricandidatura del sindaco di Mese Luigi Codazzi, che ha già annunciato la fine della sua esperienza politico-amministrativa dopo due mandati da sindaco e altri in qualità di consigliere e assessore. Rimangono sul tavolo i nomi di Maria Laura Bronda, Mario Biavaschi, Aldo Pedeferri e Maurizio De Pedrini.
Tutti ricandidabili. Ma non tutti, ovviamente con lo stesso peso e forza. Nemmeno tutti della stessa parte politica. I partiti, per la forza che hanno, o chi vorrà mettere in piedi una lista dovranno tenere conto di molti aspetti sia nella scelta del nome sia nei criteri di composizione delle liste per evitare di fare pasticci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA