Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 29 Settembre 2013
Ecco il conto della Tares
A ristoranti e bar: +100%
Il Comune di Sondrio ha fissato regolamenti e tariffe dell’imposta
Risparmi per i single, rincari in arrivo per le famiglie più numerose
In attesa della nuova Service tax palazzo Pretorio chiude la partita della Tares: con il voto di venerdì sera in consiglio comunale il municipio ha fissato regolamento e tariffe dell’imposta che sostituisce la vecchia tassa sui rifiuti. Regole che a quanto pare dureranno poco, visto che il governo, come noto, ha annunciato dal prossimo anno il passaggio alla Service tax: sta di fatto che per quest’anno il Comune ha stabilito il quadro Tares, con una serie di interventi «per riequilibrare l’impatto della tassa su famiglie e imprese, all’interno dei paletti fissati dallo Stato», ha spiegato l’assessore al Bilancio, Gianpiero Busi.
Le differenze
E così rispetto alla vecchia tassa rifiuti qualcuno pagherà di meno, vedi i single per i quali la Tares costerà il 22% in meno, mentre per altri la cifra salirà parecchio, vedi ristoranti e pizzerie che vedranno un aumento del 108% rispetto alla Tarsu. Per banche e uffici la Tares sarà più leggera del 41% rispetto alla vecchia imposta, mentre per bar, caffè e pasticcerie il costo salirà del 48%.
Il quadro è molto variegato, in effetti, sia per il gran numero di categorie previste dalla legge – Sondrio per la Tarsu ne utilizzava 12, ora sono 30 -, sia per la composizione in quota fissa e quota variabile, computate con una serie di coefficienti su metri quadri, componenti del nucleo famigliare e anche zona geografica. Un meccanismo nel quale l’ente locale aveva ben poco spazio di manovra, ha spiegato l’assessore Busi: «In pratica lo Stato nella normativa ha fissato categorie, metodo di calcolo e coefficienti – ha ricordato Busi -, noi all’interno di questo sistema abbiamo potuto solo stabilire se applicare il valore minimo, medio o massimo».
E la decisione è arrivata dopo molto lavoro e parecchie simulazioni, ha spiegato l’assessore: «Nella prima elaborazione abbiamo provato ad applicare i coefficienti minimi per tutti, ma sono usciti valori che incidevano pesantemente sui nuclei familiari. Lo stesso succedeva con le utenze non domestiche, per cui alcune categorie avevano riduzioni assai consistenti, mentre altre vedevano aumenti molto rilevanti». A quel punto assessorato e uffici hanno introdotto un primo correttivo, «riportando una quota dei costi pari a 358mila euro dalle famiglie alle utenze non domestiche», ha spiegato Busi, per poi “aggiustare” ancora gli importi lavorando sulla distribuzione dei coefficienti minimi, medi e massimi. «Il tentativo – ha sottolineato l’assessore – è stato di ridurre il carico impositivo sulle famiglie con quattro o più componenti, mentre fra le utenze non domestiche abbiamo cercato di non penalizzare le attività che operano in campo alimentare e le istituzioni di cura delle persone, ma anche di contenere le riduzioni in favore di uffici e banche».
Alcuni esempi
Per presentare qualche esempio pratico l’assessore ha preso a modello un’abitazione con una superficie imponibile di 100 metri quadrati: per una casa di questo genere un single pagherà 104,45 euro anziché i 133,38 richiesti per la Tarsu, mentre una famiglia di cinque persone dovrà versare 292,29 euro di Tares, anziché i 177,84 richiesti lo scorso anno. Va peggio per le famiglie da sei componenti in su, che dovranno spendere 334 euro invece di 177, con un aumento dell’88%.
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