Cronaca
Martedì 22 Novembre 2022
È morto nel corso della notte Roberto Maroni, ex presidente di Regione Lombardia
Lutto Aveva 67 anni e dal 2021 combatteva contro una grave malattia. Nel comasco Maroni, braccio destro di Umberto Bossi negli anni in cui nacque la Lega Nord, aveva lavorato come manager ed era intervenuto in diverse occasioni come governatore della Regione Lombardia
È morto intorno alle quattro di notte, all’età di 67 anni, Roberto Maroni, esponente di punta della Lega di Umberto Bossi, ex presidente di Regione Lombardia dal 2013 al 2018, ex ministro dell’Interno dal 1994 al 1995 e poi dal 2008 al 2011, e ancora ministro del Lavoro dal 2001 al 2006, nonché vicepresidente del Consiglio nel primo governo a guida Berlusconi tra 1994 e 1995.
Non solo: Roberto Maroni nel corso della sua vita - segnata negli ultimi due anni da una dura lotta contro una grave malattia - ha avuto molto a che fare col territorio comasco e in particolare con la città di Como, sia dal punto di vista della vita privata che della carriera politica.
Era nato qui vicino, a Varese, nel 1955, dove contribuì anche all’organizzazione dei primi passi mossi dall’allora neo partito di Umberto Bossi, la Lega naturalmente, a Varese, dove fu anche eletto consigliere comunale nel 1985. Del fondatore della Lega Nord è stato braccio destro e collaboratore, partecipando alla fondazione del partito nel 1989 e ricoprendo dal 2002 l’incarico di coordinatore della segreteria politica federale, presieduta da Bossi stesso, con l’obiettivo di stabilire quella che sarebbe poi stata la linea politica del partito. Proprio nel varesotto, a Lozza, dove risiedeva,è morto questa notte.
Nel comasco, e in particolare a Olgiate, Roberto Maroni ha lavorato come manager legale della multinazionale statunitense Avon Cosmetici. A Como ha influito molto anche come politico: da presidente di Regione Lombardia, nel 2015 inaugurò il primo lotto della Tangenziale a Como e nel 2016 revocò al Comune di Como il ruolo di soggetto attuatore delle paratie sul lungo lago, dopo aver dato al Comune una diffida e un cronoprogramma per sbloccare i lavori.
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