Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 01 Luglio 2013
È morto Domenico Robustelli
Grosio piange il suo “Menek”
Chiesa di San Giuseppe gremita sabato pomeriggio a Grosio per dare l’ultimo saluto a Domenico Robustelli, per tutti “Menek Bardeli” operaio della Baxter, nato nel 1964.
L’uomo, che a inizio mese aveva subito un infarto, mercoledì sera, non aveva fatto rientro a casa dopo aver assistito alla partita di Confederation Cup in un bar del centro. Inutilmente il fratello aveva provato a raggiungerlo sul telefonino. Ancora in vita è stato trovato in un pozza di sangue all’alba di giovedì in uno scantinato vicino casa dove era finito accasciato dopo un malore. Inutile la corsa in ospedale dove i medici hanno cercato di strapparlo alla morte.
“Menek”, versione dialettale di Domenico, nomignolo con quale lo chiamavano affettuosamente tutti in paese, era un personaggio molto conosciuto e ben voluto a Grosio. Dotato di un carattere particolarmente socievole, amava raccontare storie che sfioravano l’inverosimile, ma i suoi racconti erano talmente entusiasmanti da creare capannelli di gente attorno a lui. Insomma, un moderno cantastorie. “Menek” raccontava delle avventure straordinarie, ma mai nessuno si permetteva di contraddirlo, anche quando i racconti erano al limite del possibile. Storie che lasciavano a bocca aperta. Erano diventati proverbiali i suoi aneddoti, tanto che la compagnia “La Memoria” di Grosio, in un teatro gli dedicò un passaggio - “Teh, Menek” - a simboleggiare un racconto leggermente fantasioso. Ma senza quei piacevoli discorsi non sarebbe stato “Menek”, un adorabile cantastorie. Anche sul posto di lavoro era ben voluto e sui computer dell’azienda campeggia la sua immagine in questi giorni di lutto. Assicurava di essersi ripreso dopo i guai di salute. Mancheranno i suoi piacevoli intrattenimenti.
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