Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 18 Settembre 2013
Due valtellinesi fra i «magnifici 11»
del recupero della Concordia
Furio Ferrini di Caiolo della Computer Halley e Tullio Balestra di Tecon della Valchiavenna - Entrambi hanno contribuito a tutte le operazioni
Anche la Valtellina è stata protagonista all’Isola del Giglio nelle operazioni di recupero della Costa Concordia.
Alle 4 di ieri mattina è arrivato l’annuncio ufficiale: la rotazione della Costa Concordia si è conclusa, il relitto è tornato in asse. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli lo ha comunicato insieme ai responsabili del progetto per la Costa, Franco Porcellacchia, e per il consorzio Micoperi, Sergio Girotto. Cosa stessero per dire è stato chiaro già dal loro ingresso in sala stampa: sorridenti che di più non si può, si sono abbracciati e si sono applauditi vicendevolmente. Intanto, fuori le imbarcazioni di appoggio alle operazioni suonavano le sirene. Nello staff c’è stata anche una doppia presenza della provincia di Sondrio.
L’azienda Computer Halley, guidata da Furio Ferrini, ha supportato a livello informatico la società – la Tecon - che si è occupata del recupero. Uno degli elementi fondamentali in questo percorso è stata la sicurezza, sia a livello di dati, sia nella gestione delle informazioni. Tutte le fasi sono state caratterizzate dalla massima attenzione a questo aspetto. E tutto è andato per il verso giusto, con una chiara soddisfazione da parte delle imprese che hanno lavorato per mesi a questo straordinario progetto.
Nella sala di controllo – definita control room – ha lavorato un pool di undici esperti. Fra di loro c’era il valchiavennasco Tullio Balestra di Tecon. È un ingegnere nato tra le Alpi - è originario di Chiavenna e cresciuto a Sondrio dove ha frequentato il liceo classico -, ma forgiato dal mare in decenni dedicati alla realizzazione di piattaforme petrolifere e di perforazione off shore. La sua società di ingegneria marittima - - Tecon srl, con sede a Milano di cui è uno dei soci fondatori - ha redatto insieme alla Spline di Venezia e allo Studio Ceccarelli di Ravenna il progetto che è valso alla multinazionale Titan Salvage e alla Micoperi di Ravenna un incarico senza precedenti. Non si è trattato solo di rendere la Costa Concordia in grado di solcare di nuovo il mare (per raggiungere il porto dove verrà poi smantellata), ma anche di cancellare tutte le tracce di quella assurda tragedia che ha preso il via da un maledetto “inchino”. Per più di un anno Balestra, nato nel 1948, si è concentrato su questo progetto e l’altro ieri, per tutta la notte, ha operato nella sala di controllo dell’Isola del Giglio. Forte di una lunghissima esperienza in operazioni dalla complessità molto elevata, ha contribuito alla riuscita ottimale del percorso. La sua presenza fra i “mitici undici”, come li ha soprannominati il prefetto Franco Gabrielli, che dalla chiatta Polluce hanno supervisionato i lavori di rotazione della Concordia, resterà nella storia e sarà sempre un motivo d’orgoglio per l’ingegneria valtellinese. Spesso, nelle iniziative dedicate al superamento della crisi e delle situazioni più complicate, si parla di collaborazioni fra imprese come possibile soluzione. Certamente la proficua collaborazione fra Tecon e Computer Halley è una delle componenti che ha consentito all’azienda specializzata negli interventi in alto mare di affrontare progetti a livello internazionale e di prendere parte a questo importante progetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA