Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 27 Luglio 2013
Dubino, la giunta incredula
prende le distanze da Barri
«Sette anni di amministrazione buttata al vento, tutto quello che abbiamo fatto di buono sembra ora svanire in un soffio» dice Paola Oreggioni
«Sette anni di amministrazione buttata al vento, tutto quello che abbiamo fatto di buono sembra ora svanire in un soffio, ma io spero che a mente fredda, magari fra un po’ di tempo, la gente possa valutare e distinguere con più serenità, rispetto a quel che è successo in questi ultimi mesi».
Paola Oreggioni, che per due anni è stata il vice del sindaco Stefano Barri è sconcertata dopo i clamorosi sviluppi della vicenda che ha costretto lei e l’intera amministrazione a commissionare il Comune di Dubino. Ci sono molti aspetti della vicenda che Oreggioni non riesce a comprendere: «Perché questi imprenditori hanno pagato dei soldi a Stefano Barri per richieste di varianti del Prg o per aumenti di volumetria che sono stati subito concordati collegialmente, con il parere favorevole dei progettisti, degli estensori del piano. Erano richieste coerenti con lo strumento urbanistico che mandavamo in adozione, sulle quali non c’è stata mai nessuna discussione. Forse è stato lo stesso Barri a far credere a queste persone che la loro domanda era a rischio?».
Un dubbio legittimo, se veramente così stanno le cose, che si aggiunge ad un secondo quesito, che Oreggioni non riesce a spiegarsi, dal punto di vista dello sviluppo tecnico del Pgt. «Perché chiedere un anticipo in sede di adozione del Pgt, dove ormai le cose sono già stabilite e l’amministratore non ha più nessuna voce in capitolo, e poi un saldo in sede di approvazione? Così gli imprenditori dimostrano di avere poca dimestichezza con la materia urbanistica, le cose sono due o sono ingenui oppure sono stati male informati». Oreggioni, dunque prende le distanze dall’ex sindaco e lo fa con forza anche Rosa Barri che fu primo cittadino nel precedente mandato elettorale. «Nessuno di noi si è mai accorto di questi rapporti particolari del sindaco, anche perché le richieste di variante di cui parlano gli inquirenti erano perfettamente accoglibili. E allora mi viene spontanea una domanda, perché un cittadino deve sentirsi in dovere di pagare dei soldi per ottenere un vantaggio da un’amministrazione, se questo vantaggio è legittimo e perfettamente lecito. Forse è un malcostume diffuso che ha dopato i rapporti tra i cittadini e la pubblica amministrazione e non dimentichiamo che tra gli imprenditori coinvolti ci sono anche due consiglieri comunali».
Il riferimento è a Camillo Ferrè, di Rogolo, attuale consigliere di minoranza e candidato sindaco nel 2009 e Silvio Bonacina, consigliere di maggioranza, ma a Traona.
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