Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 31 Dicembre 2013
Dopo 57 anni Sirta
dirà addio ai giornali
Lo storico negozio-edicola l’1 gennaio chiude per sempre «Non si può più andare avanti»
Piccole botteghe di vicinato in affanno e tante sono costrette a chiudere i battenti, perché non ce la fanno più a resistere di fronte alla concorrenza della grande distribuzione e alla crisi economica che, progressivamente erode i consumi delle famiglie.
Dopo 57 anni chiude lo storico negozio-edicola di via Nuova, alla Sirta, frazione di Forcola, quella più popolosa, dov’è situato anche il municipio. «Fino agli anni 80 alla Sirta c’erano tre negozi e tre bar, dal primo gennaio ci saranno solo un alimentari ed un esercizio pubblico» dice Alberto Daziani, commerciante, 46 anni, da pochi giorni papà del piccolo Giacomo Franco, che, proprio davanti all’imminente arrivo in famiglia di un bebè ha deciso di chiudere e di mettersi alla ricerca di una nuova occupazione.
Ad aprire la bottega, alla fine degli anni 50 era stata la mamma, Fabina Libera, che ancora oggi, seppur in pensione, aiuta il figlio nell’attività di famiglia. Quando si è sposata, con il marito ha messo subito le cose in chiaro: non voleva essere solo moglie e madre, ma guadagnarsi da vivere con un lavoro suo e così ha ritirato una licenza commerciale - alimentari e merceria - poi sono arrivati i tabacchi e infine anche i giornali.
«Certo dispiace dover rinunciare, dopo tanti anni - ancora il titolare - ma avendo anche l’edicola eravamo aperti anche tutte le domeniche mattina, l’impegno in ore di lavoro è sempre stato molto pesante e adesso, con la crisi, si fa molta, molta fatica a tirare avanti». La Sirta resterà senza giornali e riviste, l’edicola più vicina si trova ad alcuni chilometri di distanza, al ristorante “La Brace”, dall’altra parte del paese.
«Senza un aiuto concreto, dal punto di vista della tassazione e dei contributi Inps, le piccole botteghe rischiano l’estinzione - prosegue l’imprenditore di Forcola - le nostre attività svolgono anche un’importante funzione sociale, soprattutto per le persone anziane, per chi non ha l’automobile. Noi abbiamo sempre cercato di proporre servizi utili per i nostri clienti: abbiamo sempre fatto credito, per un certo periodo procuravamo i medicinali per chi non aveva la possibilità di andare in farmacia, ma il negozio di alimentari, così come il bar è un luogo di aggregazione, dove ci si ritrova a chiacchierare, dove si socializza, insomma tutto aiuta per tenere vivo un paese».
Per il negozio che vende anche giornali e tabacchi, chi è interessato può ritirare l’autorizzazione per la vendita dei quotidiani e le riviste, sono gli ultimissimi giorni di attività. Dal primo gennaio avrà le saracinesche definitivamente abbassate e il neo papà ha già un contatto per un lavoro da rappresentante. «Resto nel settore, ma il negozio mi mancherà, questo è poco, ma sicuro» conclude.
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