Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 22 Dicembre 2013
Dimissioni in Provincia
Se ne vanno due del Pdl
Del Nero e Bormolini hanno rinunciato ieri al loro incarico - «La Lega condizionata da Sertori non ha attuato il programma»
Meno due. È ancora bufera a palazzo Muzio.
Continua l’emorragia nel gruppo consiliare del Pdl-Forza Italia. Dopo l’abbandono qualche mese fa dell’allora capogruppo Claudio Righi, dopo la defezione nel consiglio provinciale sull’assestamento di bilancio, ora sono il vicecapogruppo Patrizio Del Nero e Paola Bormolini a lasciare l’incarico a palazzo Muzio.
I due hanno scelto il giorno del consiglio provinciale, quello chiamato a discutere e votare il bilancio di previsione 2014 (anche se in realtà il mandato, al netto di qualsiasi decisione governativa, scadrà a giugno), per protocollare le dimissioni.
Una scelta non casuale quella del giorno da parte di Del Nero e Bormolini che così sottolineano una volta di più il disagio e provano a mettere in difficoltà l’amministrazione Sertori contro cui le dimissioni sono dirette.
«Sono molte le ragioni di natura politico-amministrativa che ci hanno portato a questa decisione - spiegano i due -. La maggioranza Lega-Pdl uscita vincente dalle elezioni amministrative non ha saputo attuare il programma elettorale con gli ambiziosi, ma realizzabili obiettivi in favore del territorio provinciale poiché la Lega condizionata dalla conduzione personalistica del presidente Sertori ha concentrato il proprio impegno nella divisione del gruppo del Pdl piuttosto che per la realizzazione del programma. A fronte di questo, nell’ultimo anno, abbiamo chiesto una verifica sull’attuazione del programma chiedendo una maggiore collegialità nelle decisioni. Nulla di questo è stato fatto. Anche le recenti dimissioni dal consiglio di Claudio Righi non hanno determinato il chiarimento necessario. Per tale motivo riteniamo non esistano più le condizioni politiche per restare nello stesso consiglio».
Insieme a queste valutazioni di natura politico-amministrativa più generali, i due aggiungono critiche più specifiche su alcune tematiche: dall’ambito turistico a quello scolastico, fino ai lavori pubblici. Il dito è puntato contro «l’inefficacia della politica portata avanti e, in particolare, il non raggiungimento di alcun obiettivo di marketing territoriale attraverso l’azione o meglio non-azione della Dmo, la incresciosa vicenda venutasi a creare nel Polo di formazione professionale, i ritardi nei lavori pubblici e in particolare gli errori clamorosi nella realizzazione del sottopasso di Novate costato alle tasche dei cittadini oltre 3 milioni di euro in più rispetto a quanto previsto in progetto».
Senza dimenticare il tema che più di altri sta occupando il dibattito locale e nazionale, ovvero il riordino istituzionale. Anche su questo importante argomento i due bocciano, senza appello, il presidente Sertori.
«Nonostante preciso impegno - sottolineano i due riprendendo in questo modo la rivendicazione portata avanti anche dal gruppo consiliare dei Democratici che avevano chiesto un tavolo di confronto, promesso e mai ottenuto dal numero uno di palazzo Muzio- il presidente non ha mai svolto un’azione propositiva di concerto con le istituzioni locali, ma si è limitato a una boutade mediatica sul mero mantenimento della Provincia senza alcuna proposta di alto profilo e che si è trasformata in una battaglia personalistica per il mantenimento di poltrone senza alcun vantaggio per il territorio».
Ragionamenti quelli fatti da Del Nero e Bormolini che li portano a parlare di «fallimento politico della coalizione e non certo per responsabilità del Pdl». Secondo i due la coalizione di maggioranza a palazzo Muzio ormai si regge «esclusivamente su motivazioni e scelte personalistiche che non condividiamo e che sono rese possibili anche per l’inerzia plateale della stessa opposizione. Un fallimento, in sintesi, che lascia soli gli operatori economici del territorio, i sindaci e i giovani di Valtellina e Valchiavenna». Da qui dunque la decisione di rassegnare le dimissioni a sei mesi dalla scadenza naturale del mandato.
Una decisione che rischia di portare con sè importanti strascichi politici, anche in vista delle elezioni amministrative che coinvolgeranno la gran parte dei Comuni della Valle, ma che intanto non ha immediate ripercussioni sull’attività dell’amministrazione provinciale che può comunque contare su una maggioranza che garantisce il numero legale e quindi il regolare svolgimento dei lavori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA